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Referendum: Papandreou fa retromarcia per salvarsi. I mercati scossi dall’incertezza

Referendum: Papandreou fa retromarcia per salvarsi. I mercati scossi dall’incertezza

Al G20 di Cannes si conferma la forza dell’asse Germania-Francia che nella concitata giornata di ieri aveva chiesto alla Grecia di Papandreou, maggiore chiarezza sull’eventualità del referendum lasciando intendere che la trance di aiuti sarebbe arrivata solo dopo l’esito positivo della votazione del 4 dicembre. Il Governo di Atene ha ripensato all’ipotesi di consultazione, di fatto, facendo un passo indietro sul referendum che avrebbe dovuto avere in oggetto proprio il piano di salvataggio europeo e apre ad un governo di larghe intese soprattutto con la Nuova Democrazia di Antonis Samaras. Papandreou ha dichiarato al Parlamento riunito: “Ho la responsabilità di trovare le risorse per evitare la bancarotta del Paese. L’accordo raggiunto a Bruxelles il 26 ottobre è fondamentale per il Paese e apre nuovi orizzonti per la Grecia”. I sacrifici affrontati dai greci “sono stati duri ma aiuteranno a porre nuove fondamenta per il futuro”, ha continuato il leader socialista “Se non dovessimo approvare l’accordo del 26 ottobre, questo segnerebbe l’uscita dall’euro”, ha spiegato il premier ellenico che ha sottolineato come avanzando l’idea del referendum mai si sia voluto mettere in discussione la questione, “ovvia” dell’appartenenza all’eurozona. “Dobbiamo applicare il pacchetto europeo per futuro del paese e dei nostri figli”, ha concluso Papandreou aggiungendo di avere “più fiducia nei greci che nello status quo politico” e dicendosi disposto a parlare con i leader della Nuova Democrazia che non hanno però perso tempo nel chiedere le dimissioni del Premier. L’ipotesi del referendum aveva infiammato la situazione e destato l’ira di Bruxelles. E anche Atene si era divisa: a partire dal ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos che si era detto fortemente contrario in quanto l’appartenenza della Grecia all’Euro è “una conquista storica del popolo greco che non può essere rimessa in questione”. Un “no” al referendum arrivava anche dal ministro dello Sviluppo, Michalis Chryssohoidis, che ha chiesto una rapida ratifica del piano europeo di riforme concordato con l’Ue da parte del parlamento di Atene, opponendosi così di fatto al progetto. Critica poi l’opposizione dei conservatori greci, per i quali Papandreou “è pericoloso e deve lasciare” l’incarico al governo. “Papandreou ha presentato la Grecia come un paese che mette in dubbio la sua membership all’Ue e alla zona euro” ha affermato Giannis Mihelakis, portavoce di ‘Nuova Democrazia’. “Questo problema non si pone, ma Papandreou all’improvviso sta provando a crearlo” ha attaccato il portavoce, sottolineando che “il solo problema è che Papandreou osa mettere in dubbio la scelta strategica fondamentale di un paese all’interno dell’Ue”.
Ad ogni modo Papandreou chiederà la fiducia al Parlamento domani notte come conferma il portavoce del governo Ilias Mossialos, ribadendo che l’esecutivo è disposto a discutere la richiesta avanzata dall’opposizione per la creazione di un governo transitorio per approvare l’ultimo accordo per il salvataggio europeo e garantire quindi il versamento dell’ultima tranche di aiuti.
Intanto secondo la Tv pubblica Net, sono due gli onorevoli che non voteranno la fiducia e con l’esecutivo che ha già perso la sua maggioranza, Papandreou potrebbe contare solo su 150 voti dei 300 deputati dell’Assemblea.