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I sindacati contro le misure Monti, lunedì sciopero ma non mancano le divisioni tra Cgil e Cisl-Uil

Contro i provvedimenti presenti nella manovra approvata dal Cdm i sindacati hanno annunciato uno sciopero per lunedì sebbene non sono mancati i malumori come ha fatto notare la Cgil: “Abbiamo proposto a Cisl e Uil di decidere insieme proposte ed iniziative per cambiare la manovra, la risposta – sottolinea la Cgil – ci è arrivata tramite conferenza stampa con relative autonome decisioni”. E infatti la serrata di lunedì sarà di due ore invece che di quattro come aveva proposto la Cgil.
I malumori potranno forse rientrare dopo l’incontro tra i tre leader sindacali convocato per mercoledì, alle 8 nella sede della Uil. In quell’occasione Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti faranno il punto sulla mobilitazione e sulle modifiche necessarie alla manovra.
‘Siamo preoccupati perché questa manovra è una misura pesante e senza equilibrio. Inoltre è stata condotta senza una trattativa, senza concertazione. Quindi non poteva che finire in questo modo”, ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in una conferenza stampa convocata insieme al leader della Uil, Luigi Angeletti.
Secondo il leader della Cisl “a pagare sono sempre i lavoratori, in particolare quelli degli anni Cinquanta, inchiodati dal passaggio alla pensione dal retributivo al contributivo e le donne ancora di più. Mentre continua a non farsi chiarezza su chi continua a prendere pensioni esorbitanti”. Bonanni, poi, ribadisce che “è stato un errore evitare il confronto con le parti sociali, perché non ci sono argomenti che non si possono discutere con noi. Non è vero come ha detto Monti che temi come il fisco e le pensioni non si devono discutere. E che con noi vuole solo discutere di riforma del lavoro. Noi ci rivolgeremo al Parlamento perché al rigore si deve accompagnare l’equità. Ma non si può fare senza una trattativa con le parti sociali. Su questo non lasceremo correre”. Bonanni sottolinea poi che “il sindacato non sta qui per licenziare, se è questo che si intende come riforma del lavoro”.