Garlasco, Stasi assolto anche in Appello. Un delitto senza nome

Alberto Stasi assolto anche in Appello e l’omicidio di Chiara Poggi resta ancora senza nome. Per lo studente, unico indiziato, il procuratore aggiunto di Milano aveva chiesto la condanna a 30 anni di carcere ma al termine della Camera di consiglio il collegio presieduto da Anna Conforti, affiancata dal giudice a latere Franco Tucci e da 6 giudici popolari, due donne e quattro uomini, ha creduto all’innocenza del giovane.
I giudici hanno così confermato la sentenza di primo grado e hanno assolto Alberto per non aver commesso il fatto. Stasi, così come la famiglia di Chiara, non ha rilasciato dichiarazioni prima di abbandonare l’aula del tribunale di Milano dove è stata letta la sentenza.
“E’ giusto così”, è stata la frase che Alberto ha rivolto a uno dei suoi legali dopo l’assoluzione.
“Alberto piangeva come me” ha detto il professor Angelo Giarda, uno dei suoi legali, che non nasconde né le lacrime né la soddisfazione per aver ottenuto anche davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano l’assoluzione del suo assistito. Giarda che in questi quattro anni oltre che avvocato è stato anche un po’ il ‘papà’ di Alberto, ricorda di “non aver mai sottovalutato l’appello, ma di essere da sempre convinto delle prove dell’innocenza di Alberto”. Già nella prima sentenza di assoluzione da parte del gup Stefano Vitelli “c’erano tutti gli elementi che portavano a escludere la colpevolezza di Alberto”.
“Non mi arrenderò, ho ancora fiducia nella giustizia”. E’ stato il commento della madre di Chiara Poggi. In attesa di valutare se fare ricorso in Cassazione i genitori di Chiara, mamma Rita e papà Giuseppe, cercano di farsi forza. “Non ho guardato nessuno, non ho visto nessuno”, dice a chi le chiede se in aula ha rivolto lo sguardo verso Alberto.