La Camera salva Cosentino: No all’arresto e la Lega si spacca

E’ iniziata in aula alla Camera la discussione sulla richiesta di arresto per il deputato del Pdl, Nicola Cosentino. Il primo intervento è quello della relatrice Marilena Samperi (Pd).
Prima dell’inizio dei lavori, il gruppo del Pdl alla Camera ha annunciato che chiederà lo scrutinio segreto per la votazione, mentre la Lega ha confermato che lascerà libertà di coscienza ai propri deputati. E’ prevalsa quindi, dopo una riunione del gruppo leghista a Montecitorio che ha avuto anche momenti piuttosto animati, la linea indicata ieri a tarda sera dal leader Umberto Bossi.
Intanto, Cosentino, poco prima dell’inizio della seduta di Montecitorio, ha annunciato: “Un minuto dopo il voto, indipendentemente dall’esito, mi dimetterò da coordinatore regionale del Pdl in Campania”.
In mattinata il deputato del Pdl, intervistato da Maurizio Belpietro alla ‘Telefonata’ su Canale 5, ha dichiarato: “Sono sereno e tranquillo, consapevole di essere completamente estraneo ai fatti che mi vengono addebitati”.
“Non so se c’è uno spiraglio per evitare l’arresto – ha spiegato – confido molto nella libertà di coscienza dei deputati che alla luce della lettura degli atti si renderanno conto delle forzature che sono contenute nell’inchiesta”.
“Certamente non mollerò la battaglia politica”, ha affermato. “Tuttavia – ha aggiunto il deputato e coordinatore del Pdl in Campania – non posso non registrare che da venti anni, nella regione, noi siamo all’opposizione. Abbiamo combattuto un sistema politico e di potere e, guarda caso, chi viene accusato è chi ha cercato di cambiare questo sistema. Certo che esiste un problema e che, se dovessi andare in carcere, non potrei esercitare la mia funzione di coordinatore del Pdl dal carcere. Quindi si porrà il problema”.
“Quando i pentiti hanno cominciato ad accusarmi, io ho chiesto di essere interrogato dai magistrati ma mi è stato negato, perché mi è stato detto che contro di me non c’era niente. Non mi è stata data la possibilità di chiarire. Poi la questione si è fermata. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa qualche giorno dopo che la mia candidatura alla presidenza della regione Campania era certa. Tutto questo lascia qualche sospetto. Per questo dico che occorre passare la mano al giudice naturale che mi possa giudicare. In Italia – ha ricordato – esiste la presunzione di innocenza per me, al contrario, esiste la presunzione di colpevolezza”.
Cosentino nega di avere avuto rapporti con la camorra, come invece sostengono i magistrati di Napoli. “Sono tutte fantasie costruite da una certa stampa – ha affermato – in un comune piccolo dove io ho vissuto fino a sei-sette anni fa, le parentele interessano tutti. Io invece non ho alcuna parentela diretta con nessuno accusato di appartenere alla criminalità. Sono stato sempre all’opposizione – ha dichiarato – non ho mai potuto favorire gli interessi criminali”.
”Vorrei far notare – ha poi aggiunto – che uno dei pm che mi ha indagato oggi fa politica attiva perché è assessore alla giunta del sindaco De Magistris”.
“Ho sentito il presidente Berlusconi e mi ha detto di stare sereno e io infatti lo sono – ha ribadito -. Sono tranquillo, male non ho fatto paura non ho”. “Non so se interverrò oggi alla Camera – ha riferito Cosentino – voglio prima vedere quale sarà l’andamento del dibattito”.