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Trovati altri 5 corpi. I pm accusano Schettino: poteva salvarli tutti. Dodici le vittime accertate

Trovati altri 5 corpi. I pm accusano Schettino: poteva salvarli tutti. Dodici le vittime accertate

 

 Cinque corpi sono stati individuati nella zona di poppa della nave Costa Concordia naufragata davanti all’Isola del Giglio. I sommozzatori dei vigili del fuoco e della guardia costiera stanno procedendo al recupero delle 5 salme. Al momento i morti accertati sono 11. C’è ancora incertezza sul numero dei dispersi che a questo punto dovrebbero essere 24.Per trovarli i sommozzatori stanno facendo una corsa contro il tempo. Questa mattina sono stati aperti dei varchi nel relitto con micro cariche di esplosivo, uno per l’entrata e l’altro per l’uscita, per rendere raggiungibili le parti della nave non ancora ispezionate. I palombari sono entrati con delle barelle nei varchi aperti.
Prima del ritrovamento dei 5 cadaveri, l’Unità di crisi aveva parlato di 29 dispersi: 6 italiani (William Arlotti di Rimini e sua figlia Daiana di 5 anni; la giovane sposa Maria D’Introna di Biella; le due amiche siciliane Maria Grazia Trecanico e Lucia Virzì, e Giuseppe Girolamo, un musicista 30enne di Alberobello), 14 tedeschi, 4 francesi, 2 statunitensi, un ungherese, una peruviana e un cittadino dell’India.
Non è stato ancora identificato il cadavere estratto ieri dal relitto. Si tratta di un uomo, un passeggero, con il giubbotto salvagente. Su cinque salme si terranno domani gli esami autoptici all’ospedale di Orbetello.
E mentre si aggrava la posizione di Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, parla il tassista che lo accompagnò in albergo il giorno del naufragio. “Quella sera ho portato io sul mio taxi il comandante Schettino dalla Capitaneria all’hotel”, dice all’ADNKRONOS Ottavio, un tassista dell’Isola del Giglio, in merito a quanto accaduto la sera di venerdì scorso dopo l’impatto della nave sugli scogli. “Nel tragitto non abbiamo parlato”, precisa il tassista. Poi però rettifica: “Era la mattina del sabato, tra le 11.30 e le 12, quando portai il comandante Schettino dalla Capitaneria all’albergo”. “Mi chiese solo dove poter comprare un paio di calzini”, aggiunge.
Dall’inchiesta della Guardia costiera di Livorno risulta che ci fu ammutinamento negli attimi concitati del naufragio. Quando era chiaro che la nave stava naufragando, alcuni ufficiali avrebbero sollecitato il comandante Francesco Schettino a dare l’allarme e a ordinare l’abbandono della Concordia, e di dare avvio all’evacuazione con le scialuppe. Il comandante avrebbe tergiversato, impegnato al telefono con la compagnia e allora il suo vice, spalleggiato da alcuni ufficiali avrebbero dato autonomamente il via alle operazioni di evacuazione. Le operazioni sono iniziate alle 22.45, quindi circa un quarto d’ora prima della comunicazione dell”abbandono nave’ lanciata dal capitano Schettino.
C’è poi il timore del disastro ambientale. Nei serbatoi del relitto ci sono oltre 2300 tonnellate di carburante. L’altra grande paura è che la Concordia si sposti e precipiti dal gradino di 37 metri su cui è appoggiata, inabissandosi a 70 metri.
“Verrà dichiarato lo stato d’emergenza per consentire di organizzare e attuare le misure necessarie in tempi rapidi” per far fronte al rischio di dispersione in mare “delle oltre duemila tonnellate di carburante stivate nei serbatoi”, ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.
“Avremo bisogno di procedere con urgenza e in tempi più brevi di quelli consentiti dalle procedure ordinarie” ha aggiunto. Il ministro ha poi elogiato il lavoro dei sub al Giglio. “Stanno facendo un lavoro molto rischioso perché operano in condizioni molto difficili, ma queste condizioni operative sono quelle necessarie per cercare di recuperare – sperando che sia ancora possibile – eventuali persone rimaste all’interno della nave”. Non è infatti “escluso” che vi siano ancora superstiti, ha spiegato, avvertendo che bisogna fare “in fretta perché le condizioni meteo stanno per cambiare”.