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Bossi e Maroni si pentono e si abbracciano. E la base contenta applaude

A suggellare la pace siglata nei giorni scorsi il leader della Lega Umberto Bossi arrivato assieme a Roberto Maroni e a Roberto Calderoli sul palco del teatro Apollonio di Varese per un incontro pubblico.
Bossi e Maroni sono stati accolti con un lungo applauso e l’incitazione dei presenti, mentre tra i due vi è stata una lunga e calorosa stretta di mano.
“Sono un po’ stufo di subire processi sommari straordinari – ha detto Maroni -, da parte di chi dice che sono un traditore, che voglio fare un partito e che faccio queste cose perché ho bisogno di visibilità”. Sul palco ad ascoltare Maroni anche il leader del Carroccio, Umberto Bossi. “Una presenza che mi ha colto un po’ di sorpresa, ma che voglio ringraziare – ha proseguito Maroni -. Bossi per me è più che un fratello maggiore e la sua presenza qui è la dimostrazione che le cose brutte dette nei miei confronti non sono venute da me, ma da qualcun altro”.
“Mi avete messo di buon umore” ha risposto così poi Maroni agli oltre 1200 sostenitori del Carroccio che lo hanno accolto con un lungo applauso. “Non amo parlare di me perché io sono la Lega e la Lega è la mia casa. Lo è stata per molti anni e lo sarà sempre dal punto di vista politico” ha proseguito Maroni, spiegando tuttavia di volersi togliere qualche sassolino dalle scarpe in merito al presunto scontro che vi sarebbe stato nei giorni scorsi con Bossi. “Questa sera qualcosa la voglio dire, la devo dire perché – ha sottolineato Maroni – questa serata nasce spontaneamente come reazione a una cosa brutta che mi ha profondamente ferito: l’ordine a non partecipare a incontri pubblici come questo”. “Questa cosa mi ha ferito – ha spiegato Maroni – perché la ritengo ingiusta. Cosa c’è di peggio per un leghista di non poter parlare ai leghisti. Il dolore però è durato poco – ha proseguito Maroni – perché si è scatenata una reazione spontanea da parte del popolo della Lega e questo basta per consolarmi”.
E infine un attacco senza mai nominarlo al capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni. “Qualcuno vuole cacciarmi dalla Lega, ma io penso che a dover essere cacciato sia lui”. “Qualcuno ha detto che io sarei invidioso di una persona che abita a Busto Arsizio” ha proseguito Maroni, riferendosi, senza mai nominarlo sempre a Reguzzoni. E poi conclude: “Ma come si fa a essere invidiosi di uno che abita a Busto?“.