Gas, scatta il piano d’emergenza. Consumi ridotti e approvvigionamento da altre fonti

Allarme gas, scatta la fase due dell’emergenza. Secondo le procedure, previste dall’Unione Europea, il Comitato per il monitoraggio del ministero dello Sviluppo economico ha previsto ”la messa in esercizio di centrali elettriche a olio combustibile, che consentiranno di contenere i consumi di gas a uso termoelettrico”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dopo la riunione odierna del Comitato. In essa si motiva la decisione con ”le previsioni di un prolungamento delle attuali condizioni meteo per tutta la settimana” e con il ”permanere del calo di forniture dalla Russia e dai due rigassificatori disponibili (Rovigo e Panigaglia)”. “In considerazione dell’eccezionale ondata di freddo, del connesso picco storico nei consumi di gas e del livello ridotto di forniture dalla Russia”, sottolinea la nota, il Comitato ha adottato nei giorni scorsi i provvedimenti necessari per gestire lo stato di allerta, ”consentendo di massimizzare l’erogazione dagli stoccaggi, la produzione nazionale e l’importazione da altre fonti di approvvigionamento”

In Italia sul fronte dell’approvvigionamento del gas “la situazione è sicuramente critica, perché sono diminuiti i flussi da Russia e Francia, ma è ben monitorata”, dice il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.
“Noi – ha continuato Passera, arrivato a Milano per partecipare alla ‘Mobility conference 2012′ nella sede dell’Assolombarda – viviamo quotidianamente con la sala di regia del gas e dell’energia. Ieri abbiamo deciso di passare a livello di allerta, perché i consumi si sono dimostrati i più alti nella storia e quindi dobbiamo essere preparati anche a richieste superiori alle previsioni”.
“Sono già stati attivati – prosegue Passera – canali alternativi dall’Africa e da altre parti. C’è stato anche il problema del rigassificatore di Rovigo e questo ha creato ulteriore pressione. Tutti gli step ulteriori in caso di bisogno sono pronti ad essere messi in moto. Ogni giorno si fa il punto e ogni giorno si decidono le cose da fare”.
Fuori dalla sede dell’Assolombarda, si sono svolte le contestazioni da parte degli ambientalisti, alcune decine, con megafoni, fischietti e striscioni. Il ministro è entrato nella sede del’Assolombarda da un ingresso diverso da quello principale.