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Svuotacarceri, il governo porta a casa la fiducia sul dl. Severino: Non è una resa ai delinquenti

Dopo la bagarre di ieri della Lega, il Governo oggi ha incassato la fiducia alla Camera sul decreto ‘svuota carceri’ con 420 voti a favore, 78 contrari e 35 astenuti. Il voto finale sul provvedimento è stato calendarizzato per martedì pomeriggio.
Il ricorso al voto di fiducia era stato annunciato ieri dal governo tra le proteste del Carroccio. Una scelta determinata dai tempi stretti per la conversione, che rischiavano di far scadere il decreto (il termine è il 20 febbraio) e dall’ostruzionismo messo in atto dalla Lega che già da martedì aveva costretto l’aula a una seduta notturna per il gran numero di iscritti a parlare. Oltre 500, poi, gli emendamenti presentati dal Carroccio.
Italia dei valori ha confermato il no al decreto. “Di questo decreto legge temiamo lo scivolamento verso la logica perdonistica e dell’impotenza dello Stato”, ha detto Federico Palomba.
Anche la Lega ha votato no. ”Siamo contrari – ha detto Umberto Bossi – Tutte le volte che hanno approvato provvedimenti così non hanno funzionato. Ma speriamo che questa volta funzioni”.
Davanti alle critiche di Idv e Carroccio, il ministro della Giustizia Paola Severino replica difendendo in maniera convinta il provvedimento. ”Nessuna resa dello Stato ai delinquenti e nessuno scaricabarile. Lo dice il contenuto del decreto stesso, non ci sarà nessun delinquente che uscirà dal carcere né si scaricherà il barile su altri”. Il ministro fa poi appello al ”senso di responsabilità della stampa”. ”Definire ‘svuota carceri’ il decreto del governo ha destato allarme sociale, perché i cittadini che non ne conoscono il contenuto hanno immaginato che a seguito della sua applicazione le carceri italiane si sarebbero svuotate”. Per la Severino ”più correttamente si dovrebbe chiamare ‘salva carceri’, perché salva le carceri italiane dal degrado”.
Il decreto prevede, tra i punti qualificanti, il ricorso prima ai domiciliari, in seconda istanza alle camere di sicurezza e solo in maniera residuale in carcere, per gli arrestati in flagranza per reati di competenza del giudice monocratico (con l’esclusione di furto in appartamento, scippo, rapina ed estorsione semplici) ed entro le 48 ore dal fermo, in attesa dell’udienza di convalida; il prolungamento da 12 a 18 mesi del fine pena che si può scontare ai domiciliari, e la chiusura, entro il 31 marzo del 2013, degli Ospedali psichiatrici giudiziari.