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Tangenti, a galla un sistema di corruzione Pdl-Lega ma Boni non si dimette

A Milano emerge un sistema di corruzione Pdl- Lega. E’ questa l’ipotesi della Procura di Milano all’indomani della messa sotto inchiesta per corruzione del presidente del consiglio regionale lombardo, il leghista Davide Boni. Un sistema che emergerebbe dalle indagini su Boni e da quelle sull’ex assessore Franco Nicoli Cristiani, accusato sempre di corruzione.
In un recente interrogatorio, Franco Nicoli Cristiani avrebbe fornito agli inquirenti elementi che fanno ipotizzare l’esistenza di un meccanismo di corruzione simile nei due partiti, e addirittura una presunta rete di rapporti tra assessori. Gli imprenditori che chiedevano favori per velocizzare pratiche relative a progetti di edilizia commerciale e residenziale, viene fatto notare negli ambienti investigativi, dovevano rivolgersi a diversi assessorati per ottenere una corsia preferenziale.
Tornando alla mazzetta da un milione di euro, contestata agli esponenti leghisti, gli inquirenti ipotizzano che con una parte dei soldi la Lega abbia finanziato alcune iniziative elettorali nella zona di Cassano d’Adda, alle porte di Milano, tra il 2008 e il 2009. Cassano è il comune da dove è nata la prima indagine e da dove poi, grazie alle dichiarazioni a verbale di Michele Ugliola, architetto già coinvolto in Mani pulite, è nato il nuovo troncone di inchiesta. Oltre a Boni ci sono una decina di politici locali indagati, esponenti non solo della Lega Nord ma anche del Pdl. Anche tra gli imprenditori ci sarebbero una decina di indagati.
Nel frattempo Roberto Maroni blinda il presidente del Consiglio regionale della Lombardia , dalla sua pagina Facebook. Rispondendo ad un post in difesa di Boni pubblicato da una militante del Carroccio, Lorena Bastoni, Maroni scrive: “Condivido al 100%, non servono altre parole”. Chiaro fin dal titolo ‘Boni, la Lega e l’attacco di Stato’, il post della Bastoni parla di ”un attacco a un uomo simbolo della Lega e al contempo alla Lega stessa”, per poi chiudere perentoriamente con un ”Davide Boni non si tocca, la Lega non si tocca”.
E no alle dimissioni di Davide Boni sarebbe, a quanto si apprende, l’esito dell’incontro di circa un’ora in via Bellerio tra Umberto Bossi e il presidente del consiglio regionale della Lombardia. Il Senatur sarebbe infatti sempre più convinto di un attacco ad hoc sferrato ai danni del Carroccio, reo di essere partito d’opposizione, spina nel fianco del governo Monti.
Domani, comunque, i vertici della Lega dovrebbero incontrarsi nella sede milanese di via Bellerio per parlare del caso che sta facendo tremare il Pirellone. Alla riunione parteciperanno, oltre a Bossi, gli ex ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni. Intanto il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, dopo essersi allontanato per circa mezz’ora, ha fatto ritorno in via Bellerio.