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Dell’Utri, in attesa della Cassazione. Rischia di andare in carcere. Il senatore Pdl accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

Oggi la Cassazione si pronuncerà sulla vicenda che riguarda il senatore Pdl Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Sarà la Quinta sezione penale presieduta da Aldo Grassi a decidere se confermare o meno la condanna a sette anni di reclusione inflitta a Dell’Utri in appello.
“Il senatore è una persona molto serena. Resta in fiduciosa attesa. Ciò che deve essere, sarà”, afferma il suo legale Massimo Krogh. Dell’Utri, salvo cambiamenti dell’ultimo momento, non sarà in aula. In Cassazione gli ‘ermellini’ non si occuperanno soltanto del ricorso del senatore Pdl. A ricorrere a piazza Cavour è stato anche il pm Antonino Gatto che critica la parte della sentenza che ha assolto Dell’Utri per il periodo successivo al 1992. “La sentenza d’appello – sintetizza Krogh – in pratica ha creduto a metà ai pentiti”.
L’11 dicembre 2004 Dell’Utri era stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa proprio perché l’accordo con la mafia e, in particolare, con i fratelli Graviano, era stato ritenuto provato dopo il 1993. In secondo grado, il 29 giugno 2010, la Corte d’appello di Palermo ha ridotto la pena a 7 anni perché, nonostante l’apporto del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, non ha ritenuto provata l’esistenza di questo patto nella fase politica dell’impegno di Dell’Utri. In pratica, il senatore Pdl è stato ritenuto colpevole fino al 1992 mentre è stato assolto “perché il fatto non sussiste” da quanto contestato negli anni successivi.
Il processo potrebbe anche non concludersi oggi. Il collegio di piazza Cavour, tra le possibilità, ha anche quella di annullare la sentenza di secondo grado con rinvio alla Corte di appello. La prescrizione, qualora piazza Cavour dovesse stabilire che il reato contestato si ferma al 1992, dovrebbe maturare nel giugno 2014. Se, invece, venisse respinto il ricorso di Dell’Utri e accolto il ricorso della Procura che chiede appunto un inasprimento della pena, “il senatore dovrebbe iniziare ad espiare la condanna”, dice il suo legale. A decidere il destino giudiziario di Dell’Utri, oltre al presidente Grassi, la relatrice Maria Vessichelli, al lavoro sulla causa dall’estate. Gli altri consiglieri sono Stefano Palla, Carlo Zaza e Gerardo Sabeone. La pubblica accusa è rappresentata da Francesco Mauro Iacoviello.
A pochi giorni dalla celebrazione dell’udienza, dopo le polemiche sull’assegnazione della causa al collegio presieduto da Aldo Grassi, è dovuta intervenire la stessa Cassazione per spiegare che non c’è “nessun torbido mistero nell’assegnazione e nella fissazione del processo, per il reato di concorso in associazione mafiosa al senatore Marcello Dell’Utri. Il procedimento – ha spiegato la presidenza di piazza Cavour – è pervenuto in Cassazione il 24 febbraio 2011 ed è stato assegnato alla Quinta sezione penale nel rispetto dei criteri tabellari, oggettivi e predeterminati sin dal 2010; tali criteri prevedevano la competenza della quinta sezione penale per tutti i procedimenti relativi a reati di criminalità organizzata pervenuti dal primo gennaio al 31 marzo del 2011″.