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Follia ultrà a Genova, si arrampicano sul tunnel e fermano la partita: Via le maglie o non si gioca più

Il calcio italiano scrive una pagina vergognosa a Genova. Merito, o colpa, di alcuni tifosi del Genoa che, con la squadra di casa sotto 4-0 contro il Siena, provocano la sospensione di 45 minuti del match valido per la 34esima giornata della Serie A. Fumogeni, petardi, rischio di invasione: il peggio del repertorio degli ‘hooligans’ nostrani, che dettano legge in uno stadio del massimo campionato.
La situazione precipita all’inizio del secondo tempo, quando i toscani realizzano la quarta rete con Giorgi, che completa il poker aperto dalla doppietta di Brienza e dal gol di Destro. Piovono in campo fumogeni e petardi, l’arbitro Paolo Tagliavento sospende la gara al 54′ nella vana attesa che la situazione torni tranquilla. Una parte del pubblico lascia gli spalti, mentre alcuni tifosi si arrampicano minacciosamente sulle recinzioni. Qualcuno si sistema sul tunnel che dovrebbe portare le squadre negli spogliatoi. Mentre la terna arbitrale e il Siena lasciano il terreno di gioco, si apre una pagina grottesca. Il capitano del Genoa, Marco Rossi, prova a dialogare con i propri tifosi. In campo c’è anche il patron Enrico Preziosi, ma la sua presenza non serve per riportare serenità.
Molti giocatori del Genoa, probabilmente su pressione dei supporters, si sfilano le maglie e le consegnano a Rossi. Qualcuno, come Giuseppe Sculli, si rifiuta. Giandomenico Mesto ha una crisi di nervi e scoppia a piangere. Le discussioni proseguono e, dopo 40 minuti ad altissima tensione, vengono ripristinate le condizioni per portare a termine il match. Si ricomincia in un clima irreale: i giocatori, evidentemente scossi, provano ad amministrare gli ultimi 37 minuti del match. Prima del fischio finale, al 79′, il Genoa trova il gol della bandiera: autorete di Del Grosso, 4-1.
Immediati i commenti. A partire da Giancarlo Abete, presidente della Figc: “E’ stato un grave errore togliersi la maglia. Non è pensabile compiere un gesto di resa e consegnare le maglie ad un gruppo di facinorosi. Non e’ accettabile”, ripete Abete ai microfoni di Sky Sport. ”Una partita si puo’ sospendere, ma non si puo’ dare partita vinta a chi usa la violenza”, aggiunge.