Caso Ruby, parla la Faggioli: Da Berlusconi soldi come da un papà

    Nessun bunga-bunga. Nessun spogliarello. Le serate ad Arcore erano solo “incontri divertenti e tranquilli con amici”. E anche la discoteca “in realtà era solo un salotto con i divani e…sì, un palo nel centro”. Nell’aula del processo Ruby, dove Silvio Berlsuconi è accusato di concussione e prostituzione minorile testimonia Barbara Faggioli, una delle tante invitate alle serate a villa San Martino. In aula la teste dice di non aver mai visto “scene di toccamenti, né spogliarelli, ma solo spettacoli”.
Quindi, incalzata dalle domande del pm, nega che le ospiti dell’ex premier concedessero favori sessuali in cambio di denaro: “erano solo aiuti”. Anche per quel che la riguarda “ho ricevuto da Silvio Berlusconi solo aiuti perché è stato lui a consigliarmi come un padre di lasciare il mondo effimero dello spettacolo e della moda e di rimettermi a studiare”. Aiuti che la soubrette sarda ammette di ricevere ancora, così come ha ricevuto gioielli “ad esempio per il mio compleanno, come la catena che ho al collo. Ma Berlusconi è così, gli piace essere galante. Regala oggetti anche di bigiotteria a tante persone, per carineria, come benvenuto alle signore. Agli uomini regala cravatte”.
Solo aiuti, quindi. Nelle intercettazioni che il pm legge in aula, Barbara Faggioli e Nicole Minetti ne parlano spesso al telefono ma con un linguaggio criptato dove le somme diventano “paio di scarpe” e Berlusconi “Betti”.Così se si dice che “Aris ha comprato nove paia di scarpe significa -conferma la giovane- che ha preso 9.000 euro”. Ma “era un linguaggio che usavo con Nicole Minetti per non far sapere i fatti nostri agli altri”. Niente di più. Barbara Faggioli nega poi di aver ricevuto promesse per incarichi in politica. Certo ” il Presidente credeva in me e nelle mie capacità, andavo ai congressi, mi informavo in vista di una futura carriera politica. Ma non mi è mai stata offerta una candidatura”.
A villa San Martino, aggiunge la teste, andavano diverse giovani donne. Prostitute? “Non lo so. Di certo non ad Arcore”. Ruby l’ha conosciuta ad Arcore, ma non sa chi l’abbia portata. “Ricordo che una sera ci raccontò di avere 24 anni, di essere stata maltrattata e picchiata dal padre e che la madre era una famosa cantante egiziana….ma che avesse l’età che aveva l’ho saputo solo dopo”. E Iman Fadhil (altra ospite appena maggiorenne, ndr)? “Anche lei ha avuto soldi in aiuto. Pensavo fosse la fidanzata di Emilio Fede, la vedevo solo con lui”.
Dopo la Faccioli è stata la volta di Johanna Visan che più volte si è rifiutata di rispondere alla domanda se avesse mai fatto sesso con Silvio Berlusconi. “Sono cose che riguardano la mia intimità e non intendo rispondere”, ha detto sia al pm Antonio Sangermano che ai giudici del collegio. Sulla stessa linea, alla domanda se abbia mai ricevuto soldi dall’ex premier dopo rapporti sessuali, la giovane rumena dice di frequentare “il Presidente da 4 anni e non si puo’ ridurre un rapporto così a questo”. Per il resto la giovane testimone racconta di essere stata molte volte ad Arcore e di essere stata aiutata dall’ex premier che le pagava “l’affitto e le bollette. Ma io non ho mai visto chi pagava. So che se ne occupava Nicole Minetti e pagava il ragioniere (Giuseppe Spinelli, ndr)”. Ancora oggi, afferma la Visan “vivo in una casa le cui spese sono sostenute dal Presidente”.
Di Ruby dice poco, solo di averla vista ad Arcore e di aver sentito che diceva di avere 24 anni, di essere egiziana “di buona famiglia ma abbandonata in Italia”. Quanto alle serate “dopo cena si scendeva in un locale e si ballava. A volte qualcuna delle ragazze si esibiva ma io stavo a guardare. Per me non c’era tutto questo erotismo e volgarità”. Poi, rispondendo alle domande del presidente del Tribunale, la teste afferma di aver visto “Nicole Minetti esibirsi”. In che modo? “Ballava, si muoveva in modo femminile e sì, si spogliava” ma non completamente “restava con le mutandine”.
Infine è stato interrogato Mohammed el Marough, il papà di Karima, alias Ruby. Il teste ha smentito di avere qualsiasi rapporto di parentela con l’ex presidente egiziano Mubarak: ”Questa domanda – ha detto – me l’ha fatta anche la polizia e io ho risposto che Egitto e Marocco sono cose diverse. Noi siamo marocchini”. Quindi ha raccontato di quando la Polizia ando a casa sua la notte tra il 27 e 28 maggio 2010, dopo che Ruby era stata fermata e trattenuta in questura a Milano, e ha negato di avere mai saputo dalla figlia dei rapporti che questa intratteneva con Berlusconi.
Di contatti con la giovane marocchina il padre dice di averne pochi: ”La sento al telefono ma noi non siamo mai andati da lei…e non abbiamo mai conosciuto Luca Risso (il compagno di Ruby, ndr). Soprattutto Mohammed dice di non avere mai picchiato la figlia: ”Lei ha fatto delle denunce ma non era vero. E’ caduta dalla moto e in quella circostanza ha detto che l’avevo picchiata”. Il papà di Ruby ha anche negato di averle mai gettato dell’olio bollente sulla testa: ”E’ successo quando aveva un anno…è stato un incidente domestico”. Non solo ”non ho mai promesso mia figlia ad un uomo marocchino quando lei aveva 13 anni”. Quindi il teste racconta una Ruby pronta a ”scappare di casa, scappare dalla comunità”.