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La Bce vede nero: La crescita è debole, incertezza e disoccupazione in aumento

Nel 2012 la crescita del Pil dell’Eurozona si attesterà fra il -0,5% e lo 0,3% mentre per l’anno successivo il range è tra lo 0 e il +2,0%. Confermato anche il livello di inflazione al di sopra del 2% per il resto del 2012 con un calo sotto questa soglia agli inizi del 2013. Nel bollettino mensile della Bce vengono riproposte le cifre già fornite la scorsa settimana dal presidente Mario Draghi dopo la riunione del Consiglio direttivo.
Per la crescita “l’intervallo di valori per il 2012 è rimasto invariato mentre quello per il 2013 mostra un leggero restringimento”, si legge nel bollettino, laddove per l’inflazione “le pressioni di fondo sui prezzi dovrebbero restare contenute”.
Secondo la Bce, “la crescita economica dell’area euro resta debole: l’accresciuta incertezza grava sul clima di fiducia, dando luogo a maggiori rischi al ribasso per le prospettive economiche”. La dinamica di fondo della crescita “continua a essere frenata dalle tensioni persistenti in alcuni mercati del debito sovrano dell’area e dal loro impatto sulle condizioni di credito, nonché dal processo di aggiustamento dei bilanci nel settore finanziario e non finanziario e dall’elevata disoccupazione”.
“L’incertezza riguardo alla futura evoluzione dell’economia, dei conti pubblici e del settore finanziario rimane elevata in molti paesi e potrebbe aggravarsi ulteriormente a causa della crescente perdita di slancio verso il risanamento di bilancio e le riforme in un numero sempre maggiore di paesi”. Questo, sostiene ancora la Bce, nonostante i “notevoli” progressi sul risanamento, occorrono ulteriori sforzi.
“Resta pertanto essenziale – continua l’Eurotower – che i paesi dell’area dell’euro correggano gli squilibri di bilancio rimanenti, attuino con urgenza le riforme strutturali e ristabiliscano la fiducia nel funzionamento dell’Uem”.
“Per ripristinare la fiducia nella sostenibilita’ delle finanze pubbliche” scrive la Bce, in particolare nei paesi “sottoposti a pressioni nei mercati finanziari, non esiste alcuna alternativa possibile al rigoroso risanamento dei conti pubblici”.
Consumi privati deboli e calo degli investimenti. Sono due elementi della difficile situazione economica dell’Eurozona che emergono dal Bollettino di giugno della Bce. Per quanto riguarda i consumi, l’Eurotower sottolinea come “dopo una diminuzione dello 0,5 per cento nell’ultimo trimestre del 2011, sono risultati stazionari nel primo trimestre del 2012″ e per il trimestre in corso le indicazioni “segnalano una perdurante debolezza”, con un calo ad aprile dell’1,0% in termini congiunturali mentre l’indice della fiducia dei consumatori “e’ ancora al di sotto della sua media di lungo periodo, rimanendo pertanto in linea con il proseguimento della debole spesa per consumi”.
Quanto agli investimenti, segnala la Bce, la ripresa “osservata nel 2010 e all’inizio del 2011 si e’ interrotta nella primavera del 2011″ e da allora “e’ stata sempre piu’ negativa”, fino a scendere del 2,2 per cento nel primo trimestre 2012. Per il trimestre in corso, l’Eurotower riporta una nuova contrazione degli investimenti al netto delle costruzioni, “frenati da moderati andamenti complessivi dell’economia e dei profitti”. Inoltre, “i dati disponibili a livello nazionale segnalano altresi’ una diminuzione” – dovuta sia alle condizioni di finanziamento generalmente piu’ difficili che alla riduzione degli investimenti pubblici – cosi’ come gli indicatori anticipatori per il secondo trimestre.
La Bce conferma gli effetti ‘benefici’ sui titoli dei paesi con il rating piu’ alto, la tripla A, a seguito delle tensioni sui paesi periferici, come Italia, Spagna e Irlanda. Nel bollettino mensile di giugno, infatti, si segnala come “dagli inizi di marzo al 5 giugno” i rendimenti dei titoli dei paesi piu’ ‘virtuosi’ “sono diminuiti di un valore compreso fra 60 e 90 punti base, a causa fra l’altro di aspettative di crescita inferiori nonche’ di flussi verso attivita’ ‘rifugio’”.
Cio’ si e’ quindi tradotto in tassi piu’ bassi spuntati nelle aste di questi paesi laddove – scrive la Bce – i rendimenti di lungo termine “sono aumentati in Irlanda, Italia eSpagna, di 40-145 punti base”. Per alcuni paesi con tripla A – come Austria e Finlandia – lo spread dei titoli rispetto a quelli tedeschi, e’ addirittura diminuito rispettivamente di 20 e 15 punti base.