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Caso Lusi, Rutelli replica all’ex tesoriere in carcere: Menzogne di un calunniatore

Qualunque cosa dica; in qualunque modo si contraddica; qualunque calunnia profferisca, Lusi ottiene titoli distruttivi per l’onorabilità di persone perbene. Egli non è credibile? La verità finisce comunque schiacciata sotto le menzogne del calunniatore. Egli sa di poter diffamare e mentire: le sue palesi menzogne saranno comunque amplificate. Il suo percorso di uomo libero si è fermato. Ma quanto a lungo durerà il tormento delle sue vittime?”. Lo dice Francesco Rutelli in una nota nella quale ripercorre le tappe della vicenda Lusi.
“Dunque, Lusi ha cambiato nuovamente la versione delle sue menzogne -afferma Rutelli- Prima ha confessato di essersi impadronito di 12,9 milioni della Margherita per fare operazioni immobiliari ad esclusivo beneficio proprio. Poi ha sostenuto allusivamente di aver fatto queste ruberie nell’ambito di un ‘mandato fiduciario’ del gruppo dirigente del partito – smentito dalla moglie, che ha ammesso che il disegno era di appropriazione a beneficio della famiglia. Oggi, ammetterebbe di avere rubato un tot di milioni per sé, ma afferma nientemeno che ville e appartamenti, beni in Canada, a Roma, Genzano, Capistrello, Ariccia, tutti intestati a sé e ai familiari, erano accumulati per conto di una cosiddetta “corrente rutelliana”!”.
”In verità, la lettura dei titoli di molti giornali pone un problema grave -accusa il leader di Api- da ormai 5 mesi, non contano rigorose precisazioni né analitiche confutazioni basate sui fatti (oltre alle severe autocriche sui controlli dei bilanci); sembra non contare neppure la solidità dell’impianto accusatorio dei Pubblici Ministeri, convalidato dal GIP e dal Tribunale del Riesame. Molta stampa continua a dare credito al ladro, ingannatore e calunniatore, evidentemente ignara di doveri deontologici e giuridici”. Insomma, conclude Rutelli, ”qualunque cosa dica; in qualunque modo si contraddica; qualunque calunnia profferisca, Lusi ottiene titoli distruttivi per l’onorabilità di persone perbene”.
L’ex tesoriere della Margherita, detenuto da mercoledì sera e accusato di appropriazione indebita per una somma che oscilla tra i 25 e i 28 mln di euro, è stato ascoltato ieri dai magistrati per sette ore e mezza nella sala colloqui del carcere di Rebibbia. Assistito dagli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, è stato ascoltato dal gip Simonetta D’Alessandro e dai pm Alberto Caperna e Stefano Pesci.
Secondo dichiarazioni dei difensori, Lusi avrebbe detto ai magistrati “come funzionava il sistema”. Inoltre gli avvocati hanno aggiunto che il senatore “ha risposto a tutte le domande ed è sereno”. L’ex tesoriere della Margherita avrebbe presentato ai magistrati documentazione propria, tra cui una decina di email scambiate proprio con Rutelli e con Bianco e nelle quali sarebbero provati gli spostamenti di denaro, circa 20 milioni di euro. Dalla Procura fanno sapere che, in seguito all’interrogatorio, il quadro accusatorio appare rafforzato. Gli avvocati di Lusi hanno anche detto che la prossima settimana sarà presentata l’istanza di scarcerazione per il loro assitito.
Prende le distanze da quelle che giudica “notizie false” anche Enzo Bianco. ”Quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa – scrive in una nota -, riguardo all’interrogatorio di Lusi, che avrebbe indicato me personalmente quale garante di una presunta spartizione di finanziamenti della Margherita fra rutelliani e popolari, è non solo del tutto falso e destituito di ogni fondamento, ma anche colpevolmente denigratorio”.
”L’indicarmi, inoltre, come rappresentante dei popolari, in un ipotetico e falso accordo di suddivisione delle risorse della Margherita, dà prova evidente della dolosa infondatezza della circostanza, dal momento che la mia storia politica – è noto a tutti – non ha mai avuto nulla a che vedere con i popolari. Ancora una volta, la difesa personale di Lusi è consistita in nient’altro che nel tentativo di depistare, confondendo e intorbidendo le acque, accostando le ruberie che gli sono state contestate dai magistrati con il finanziamento di attività politiche legittime svolte dai maggiori esponenti della Margherita, la cui limpidezza e congruità sono state accertate, per quanto mi riguarda, da accurate indagini degli inquirenti”.
”Non tollererò – conclude Bianco – altre insinuazioni, di alcuna natura, sulla mia onestà e onorabilità, che costituiscono la pietra portante della mia storia e sulle quali ho costruito tutta la mia carriera di uomo e di politico”.