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Crisi, Bce in allarme: Debito e disoccupazione minano la crescita e la ripresa

Sulla ”graduale ripresa” attesa dalla Bce nell’area euro pesano alcuni fattori ovvero le ”tensioni in alcuni mercati del debito sovrano” e il ”loro impatto sulle condizioni del credito”, il ”processo di aggiustamento dei bilanci del settore finanziario e non finanziario” e ”l’elevata disoccupazione’‘. E’ quanto si legge nel bollettino mensile in cui si delinea uno scenario di grande difficoltà sopratutto per il mercato del lavoro.
Le indagini della Bce, infatti ”non segnalano miglioramenti per il prossimo futuro” per quanto attiene le condizioni dei mercati del lavoro nell’area dell’euro. “E nel secondo trimestre 2012 è previsto un ulteriore calo”. Il settore più colpito sono le costruzioni dove potrebbe pesare l’introduzione dell’Imu. ”In Francia e Italia, sull’attività del settore costruzioni potrebbero pesare i provvedimenti tesi al risanamento dei conti pubblici, come l’aumento delle imposte sugli immobili e il graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali”, si legge.
“I rischi prevalenti per le prospettive economiche continuano a essere “orientati verso il basso e riguardano, in particolare, un ulteriore acuirsi delle tensioni in diversi mercati finanziari dell’area e la loro potenziale propagazione all’economia reale””, aggiunge la Bce nel bollettino mensile in cui cita tra tali rischi anche possibili ”nuovi rincari dell’energia nel medio periodo”.
”E’ essenziale – continua il rapporto – che le banche seguitino a rafforzare, ove necessario, la propria capacità di tenuta”. Questo perché “la solidità dei bilanci bancari sarà un fattore chiave per agevolare sia un’adeguata offerta di credito all’economia, sia la normalizzazione dei canali di finanziamento“.
Per quanto riguarda l’inflazione, invece, “le pressioni sui prezzi dovrebbero restare moderate”, mentre il costo del denaro dell’area euro, al 2,4% a giugno, “dovrebbe scendere ancora nel corso del 2012 per riportarsi sotto il 2% l’anno seguente”. Secondo la Bce, inoltre, anche tenendo conto del taglio dello 0,25% stabilito dal consiglio direttivo il 5 luglio, “i rischi sull’andamento dei prezzi rimangono bilanciati” e i “rischi al ribasso sono connessi all’impatto di una crescita inferiore al previsto dell’area euro”.