Rossella Urru liberata, nove mesi nelle mani di Al Qaeda. Stasera l’arrivo in Italia

Rossella Urru liberata, nove mesi nelle mani di Al Qaeda. Stasera l’arrivo in Italia

E’ ufficiale: Rossella Urru è stata liberata. Le voci sul rilascio della cooperante italiana rapita il 23 ottobre scorso nel sud dell’Algeria, nei pressi di Tinduf, da un gruppo dissidente di Al Qaeda nel Maghreb, si erano rincorse per tutto il giorno. In serata, finalmente, la conferma del ministero degli Esteri.
“E’ una bellissima notizia. Rossella Urru è stata liberata e sta per entrare in contatto con il capo dell’unità di crisi. Forse occorrerà qualche mezz’ora prima di poterla avere veramente con i funzionari e le altre persone. Ho portato – dice il ministro degli Esteri, Giulio Terzi – alla famiglia di Rossella i saluti del capo dello Stato che ha seguito personalmente la vicenda. Rossella Urru rappresenta il simbolo dei valori del coraggio e dell’eroismo delle nostre donne”, conclude il ministro.
Rossella è stata rilasciata insieme a due cooperanti spagnoliAinhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalons.
La notizia era stata già confermata nel pomeriggio da fonti del governo di Madrid alla stampa spagnola, nonostante sulla vicenda il riserbo fosse estremo, anche perché il rientro degli ostaggi potrebbe essere posticipato di un giorno a causa di una tempesta di sabbia che avrebbe investito l’area del Burkina Faso dove i tre si sarebbero diretti, dopo essere stati liberati nel nord del Mali.
I genitori di Rossella ”sono già a Roma con il ministro Terzi” e ”sono felicissimo, ha detto all’Adnkronos don Alessandro Floris parroco di Samugheo, paese di Rossella Urru. ”Sono felicissimi, ma non so dire altro perché stanno aspettando notizie più dettagliate”, ha aggiunto.
Intanto a Samugheo il paese è in festa: la gente è scesa in piazza e ci sono caroselli di auto per le strade. Le campane della chiesa suonano a festa mentre si attende la notizia dell’arrivo a Roma e poi in Sardegna di Rossella.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha appreso con ”sollievo e con gioia” la notizia della liberazione di Rossella. Il capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ”esprime la propria personale partecipazione ai famigliari” della cooperante.
Il presidente Napolitano, si legge ancora, ”che aveva fin dall’inizio manifestato piena fiducia nell’impegno degli organi dello Stato per conseguire la liberazione della giovane connazionale, rivolge oggi il proprio apprezzamento alle Amministrazioni e ai Servizi di Sicurezza per la loro tenace iniziativa e per il felice esito raggiunto”.
Il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, commentando la liberazione, sottolinea: ”Rossella è una cooperante, una donna coraggiosa, che crede nel valore della solidarietà e della promozione del dialogo tra i popoli. E’ figlia dell’Italia migliore, quella che guarda al futuro, quella di cui possiamo tutti essere fieri”. Riferisce poi il ministro: “Dalle prime informazioni, sembra sia stato molto importante il contributo dato dal Burkina Faso”.
Il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, ha espresso a nome del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ”soddisfazione per l’operazione positivamente conclusa e gratitudine per l’impegno profuso dai diversi organi dello Stato”.
”Finalmente, dopo notizie contrastanti, Rossella Urru è stata liberata e può rientrare in Sardegna”, ha detto la Presidente del Consiglio regionale della Sardegna Claudia Lombardo, ricordando la falsa notizia della liberazione che era circolata il 3 marzo scorso.
L’attivista mauritano Najib Tawal Ould ha riferito ad Aki che nella notte è stato scarcerato il saharawi Maminna Ould Faqir, arrestato lo scorso 4 dicembre in Mauritania con l’accusa di aver fatto parte del commando che ha rapito i tre cooperanti.
L’uomo ha lasciato il carcere centrale di Nouakchott ed è stato accompagnato dalle autorità mauritane fuori dalla capitale “in una località ignota – ha detto l’attivista -. Non sappiamo se sia stato portato in Mali o altrove. Quello che è certo è che il suo nome faceva parte della lista dei detenuti salafiti da liberare in cambio della Urru, avanzata dal Mujao”.
I rapitori della nostra connazionale avevano subito chiesto la liberazione di Maminna Ould Faqir alle autorità mauritane. “Non è certo però che sia stato usato per lo scambio con l’ostaggio italiano”, ha precisato l’attivista.