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L’Anm richiama Ingroia: Troppa politica, basta. La replica del magistrato: Massimo rispetto per Napolitano le mie erano solo riflessioni

Antonio Ingroia “almeno secondo quanto ho letto sui giornali, visto che non ero presente” ieri intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta “ha fatto un’affermazione di contenuto politico”. Con queste parole il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli ha commentato la frase del magistrato che aveva invitato a “cambiare la classe dirigente e questo ceto politico”. Sabelli ammonisce: “I magistrati, soprattutto quelli titolari di indagini delicate che hanno provocato accese discussioni sul piano politico, dovrebbero cercare di evitare comportamenti, atteggiamenti e dichiarazioni di natura oggettivamente politica che possano avere ripercussioni sull’immagine di imparzialità dei magistrati”. “Non faccio valutazioni e commenti su quello che è avvenuto – premette Sabelli – ma mi limito a ricordare i principi generali” che i magistrati sono tenuti a rispettare. Ovvero “comportamenti che dall’esterno possano percepiti come sensibilità per il consenso, o il dissenso, delle piazze, perché – motiva – il consenso è una finalità politica, cosa che per i giudici è rappresentata dalla fiducia e dalla credibilità che nasce da imparzialità, indipendenza e professionalita’”.
Immediata la replica del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia che  dice: “Né io né i colleghi Antonino Di Matteo e Giancarlo Caselli abbiamo espresso ieri critiche nei confronti del Capo dello Stato. Secondo me sono polemiche fuori luogo. Come in ogni dibattimento ciascuno è responsabile delle proprie opinioni, ma noi siamo rimasti impassibili”. Secondo Sabelli Ingroia e Di Matteo avrebbero sbagliato “ad assistere in silenzio alla manifestazione plateale di dissenso nei confronti del Capo dello Stato. In una situazione così un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi”. “Polemica fuori luogo -ribadisce ancora Ingroia- ho sempre sottolineato ed espresso apprezzamento per le istituzioni e non ho mai espresso critiche nei confronti del Capo dello Stato”.
“Nessun comportamento politico, da parte mia c’è stata solo una analisi e una riflessione sull’attuale ceto politico – ha aggiunto Ingroia – Sabelli non conosce il contenuto del mio intervento -dice Ingroia- evidentemente ha letto solo alcune dichiarazioni ritagliate sulla base di alcune frasi estrapolate da un contesto più ampio. Il mio non era affatto un discorso politico, ma parlavo del ceto politico e della politica antimafia che in Italia è stata finora di contenimento e non di annientamento del fenomeno mafioso”. “Ho detto anche -ha aggiunto ancora Ingroia facendo riferimento al suo intervento di ieri sera a Pietrasanta- che noi con la mafia saremmo costretti a convivere finché non si recide il legame tra la classe dirigente e Cosa nostra ecco perché ho parlato di un nuovo modo di fare politica. Ho fatto, insomma, una analisi sociologica. E certamente ne capisco di questi argomenti. La mia è stata una riflessione ad ampio respiro che parlava dei difetti della politica nella lotta alla mafia in Italia. Se qualcuno ritiene che questo è fare politica lo dica pure, ma non lo è. E’ invece fare una analisi accurata. Perché io ho fatto una riflessione sul rapporto tra il potere mafioso e la politica e del comportamento della classe dirigente”.
Per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri “è davvero stupefacente e commovente la rapidità con cui il presidente dell’Anm Sabelli ha censurato le esternazioni politiche di Ingroia”. “Sabelli ne ha contestato l’impropria esortazione a cambiar classe dirigente – ha aggiunto -. Probabilmente nei mesi e negli anni precedenti il dottor Sabelli è stato lontano dal nostro Paese o ha ignorato i comportamenti e le affermazioni di Ingroia, che da tempo si è rivelato militante politico di parte provvisoriamente impegnato in una doppia attività di magistrato e di ideologo”.