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Primarie, resa dei conti nel Pd. Oggi l’assemblea del partito per trovare un accordo sulle nuove regole

La spia che la trattativa non solo c’è, ma che potrebbe avere spiragli positivi nei prossimi giorni è il silenzio di ieri di Matteo Renzi. Nessun affondo del sindaco di Firenze ieri, impegnato in Calabria per il suo tour elettorale, sul regolamento delle primarie. Dal Nazareno, però, la linea resta quella del muro contro muro. Nessuna trattiva. Nessuna modifica. Eppure la sensazione è che le cose non stiano così. Perlomeno Pippo Civati e Salvatore Vassallo sono usciti con questa impressione dalla riunione della commissione Statuto con Maurizio Migliavacca.
Ma non sarà oggi, durante l’assemblea, che arriveranno la aperture su cui scommettono i renziani. “Credo che la sede sarà quella del tavolo di coalizione”, prevede Paolo Gentiloni. Intanto, si va verso l’assemblea dell’Ergife con un minimo di suspense. Innanzitutto sul raggiungimento del quorum necessario per il via libera alla modifica transitoria dello Statuto che permette anche ad altri del Pd, oltre al segretario, di correre alle primarie. A sera ancora il numero preciso dei componenti non è noto. “Avrete tutti i numeri domani mattina all’inizio della riunione”, ha detto ieri la presidente Rosy Bindi.
La votazione di oggi è delicata. Per tutti. Per Pier Luigi Bersani che ha proposto la modifica allo Statuto per far correre anche altri e per Renzi che, altrimenti, non potrebbe partecipare alle primarie. Quindi ci sarà una gestione attenta dell’assemblea per verificare la validità del voto e il raggiungimento del quorum: ovvero il 50% più 1 dei componenti. La platea verrà divisa in settori e ogni settore avrà una scrutatore, affiancato da un funzionario del partito. Ma prima della modifica dello Statuto, l’assemblea sarà chiamata a votare (in questo caso a maggioranza semplice) il mandato a Bersani di trattare con la coalizione la piattaforma politica, i punti programmatici e quindi e le regole delle primarie di centrosinistra.
Nelle intenzioni del gruppo dirigente del Pd, i democratici si siederanno al tavolo di coalizione con le regole fin qui filtrate. Compresi i punti che non piacciono a Matteo Renzi. Tanto che Nico Stumpo, responsabile Organizzazione del Pd, ha smentito qualsiasi modifica alle regole. Ha detto Rosy Bindi: “Non è cambiato proprio niente. Le regole sono sempre quelle”. Nessuna mediazione con Matteo Renzi? “Mi pare – ha risposto Bindi – che ci sia una nota del responsabile Organizzazione che dice che non c’è nessuna trattativa…”. Ma Renzi potrebbe protestare? “Domani (oggi ndr) neanche c’è all’assemblea e poi chi può avere paura delle regole? Nessuno”.
Nel dispositivo che verrà votato oggi all’assemblea sono infatti contenuti tutti i punti anticipati già in questi giorni. Sia il doppio turno che la ‘pre-registrazione’ come la chiama Renzi o l’iscrizione, come la chiama Stumpo. Insomma, le tre settimane di tempo per andare a ritirare il certificato elettorale in un ufficio ad hoc nella propria città (compreso la domenica delle primarie). “Non è restringere il campo degli elettori -argomenta Stumpo- è un modo per garantire la trasparenza, evitare che magari qualcuno voti due volte…”. “E’ il modo – aggiunge Bindi – per garantire a ciascun elettore che il voto conti davvero”.
Durante la riunione della commissione Statuto di ieri mattina il fioroniano Gero Grassi ha sollevato la richiesta che venga specificato che chi corre alle primarie sottoscrive un accordo politico-programmatico e che anche le forze politiche che non partecipano alla consultazione, possano poi entrare a far parte della coalizione. “Credo che Bersani accoglierà le nostre richieste e lo dirà nel suo intervento introduttivo all’assemblea”, dice Grassi.
Queste cose vorrebbe dirle oggi anche Beppe Fioroni. “Mi sembra però che ci sia la volontà di parlare più di Statuto che di politica… Non vorrei si avesse paura del dibattito mentre bisognerebbe riflettere un attimo, forse. In ogni caso, inviterei Renzi e Vendola a rivedere la loro posizione ‘senza se e senza ma’ contro Monti che sta producendo effetti nefasti. Nel sondaggio Swg si spiega che crescono i partiti pro-Monti bis… Siamo ancora in tempo per cambiare rotta. Il Paese ha fiducia in Monti e Renzi e Vendola se ne devono fare una ragione se vogliono farci tornare al governo”.