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Reggio Calabria, comune sciolto per mafia. Decisione senza precedenti. In manette direttore della municipalizzata per i rifiuti

Il Consiglio dei ministri ha deciso “all’unanimità” lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria, “per contiguità”, “non per infiltrazioni” mafiose e “non per dissesto”. Lo ha annunciato durante una conferenza stampa a palazzo Chigi il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, spiegando che si tratta di “un atto preventivo e non sanzionatorio, una decisione sofferta, documentata, studiata e approfondita”.
E’ la prima volta che viene sciolto un Consiglio comunale di una città capoluogo, che per i prossimi diciotto mesi sarà amministrata da una commissione di tre membri.
I tre commissari saranno il prefetto di Crotone Vincenzo Panico, il viceprefetto Giuseppe Castaldo e Dante Piazza, dirigente dei Servizi ispettivi di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato, vista “la gravissima situazione finanziaria che c’è a Reggio Calabria” e “l’impegno che assumiamo è di stare accanto al Comune per risolvere i suoi problemi finanziari” ed “evitare il dissesto”. L’intenzione del governo, ha sottolineato ancora il titolare del Viminale, è quella “di aiutare i cittadini”, quindi “non è un atto contro la città”, ma un “un atto di rispetto per la citta’”, con l’auspicio che “possa ritrovare serenità, riprendere il suo cammino”. Una decisione basata su “una relazione di 250 pagine, con allegati di tremila pagine, molto documentata e ricca di elementi. Il provvedimento riguarda questa amministrazione” ed “è per la contiguità con alcuni ambienti”. “E’ un passaggio importante -ha concluso Cancellieri- per far capire al resto del mondo che l’Italia guarda ai suoi problemi ma ha la forza per risolverli”.
”Decisioni così gravi, specialmente per un capoluogo così importante – dice il senatore dell’Idv, Luigi Li Gotti -, devono essere ponderate al massimo. Evidentemente le ragioni che hanno portato a questa decisione devono essere fondate su argomentazioni molto serie, tali da non poter essere dribblate”. ”Bisogna vedere quali sono le motivazioni alla base della decisione” dice all’Adnkronos Mario Tassone, deputato calabrese dell’Udc e membro dell’Antimafia.
Si è detto “molto amareggiato per l’accaduto” Santo Versace, deputato calabrese del Gruppo misto. “I cittadini di Reggio Calabria non meritavano che si arrivasse a questo punto. Io ho molto fiducia in questo governo e nei confronti del ministro dell’Interno Cancellieri. Sono certo che lavoreranno in maniera forte e determinata per il ripristino della legalità nella mia citta”.
”Non c’è nessun reggino, nessun calabrese, ma forse neanche nessun italiano che possa essere felice nell’apprendere che il comune di Reggio Calabria viene sciolto per contiguità mafiose” ha detto la vicepresidente dei deputati e parlamentare calabrese Rosa Villecco Calipari. “Non c’è sviluppo se non c’è legalità e non ci sarà crescita e lavoro per la Calabria finché le attività economiche saranno sottoposte al giogo della ‘ndrangheta o la politica si assoggetterà ai ricatti criminali”.
“Lo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria per contiguità mafiosa, deve farci riflettere sulla gravità alla quale è arrivata la situazione nel nostro Paese – ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani -. Non è possibile che una larga parte del territorio nazionale debba fare i conti con una così forte infiltrazione delle organizzazioni criminali. Per il Pd la questione della legalità è un pilastro essenziale. Non si può ricostruire il Paese se la legalità non viene messa al centro dell’iniziativa politica”. “La stessa riscossa del Mezzogiorno non può che partire da qui. Nell’assemblea sul Sud che il Pd ha organizzato a Lamezia Terme abbiamo evocato una svolta per la Calabria, dopo aver presentato una nostra mozione in Parlamento. Questa decisione del governo conferma le nostre preoccupazioni e l’esigenza di voltare pagina con decisione. Siamo impegnati e mettiamo a disposizione tutte le nostre forze -ha assicurato in conclusione Bersani- perché la necessaria battaglia per la legalità abbia il sostegno dell’opinione pubblica”.
“Una scelta inevitabile” per Laura Garavini, capogruppo Pd della commissione Antimafia. ”Lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria deve diventare un’occasione importante per segnare un vero cambiamento nella gestione della città. In questi anni ci sono state troppe vicende oscure, non solo nella vita politica ed amministrativa del Comune, che hanno reso inevitabile la scelta del Governo. Ora tutti i cittadini di Reggio Calabria sono chiamati a un vero sforzo comune per far ripartire la città, libera dai condizionamenti della ‘ndrangheta”.
Il direttore operativo della Leonia, azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti del Comune di Reggio Calabria, Bruno De Caria, è stato arrestato in un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Reggio nei confronti di una cosca della ‘ndrangheta, la cosca dei Fontana.
Le accuse nei confronti del direttore operativo sono associazione mafiosa, turbata libertà nella scelta del crontraente e abuso d’ufficio, tutti aggravati dalla componente mafiosa. Sequestrate anche cinque società e immobili per un valore totale di circa 30 milioni di euro.
L’operazione è stata condotta dagli uomini del comando provinciale della Gdf di Reggio Calabria, diretti dal comandante Claudio Petruzziello. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la cosca Fontana di Archi si era posta come fornitore di servizi e di appalti tramite prestanome con la connivenza del direttore della municipalizzata, che non controllava i prezzi praticati e spesso gonfiati.
In totale sono state eseguite otto ordinanze di custodia cautelare in carcere. I destinatari dell’ordinanza sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, di intestazione fittizia di beni, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e abuso d’ufficio, aggravati per aver esercitato, attraverso le condotte dei vertici decisionali della ‘ndrina e dei loro compiacenti prestanome, un pervasivo potere di condizionamento e controllo di tipo mafioso sul ”Comparto Ambientale” o Comparto rifiuti di Reggio Calabria, con particolare riferimento al controllo strutturale delle imprese impegnate nello specifico settore della raccolta dei rifiuti, tra le quali la società mista pubblico-privata Leonia Spa, partecipata al 51% delle azioni dal Comune di Reggio Calabria.
In manette anche Antonino Fontana, considerato organizzatore ed esecutore delle direttive del padre, deputato a mantenere i rapporti con il direttore operativo della Leonia.