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Bersani parte dalle origini, il segretario apre la campagna elettorale a Bettola: Monti dia un contributo

E’ partito da Bettola, in una piazza gremita, il tour elettorale delle primarie di Pier Luigi Bersani. In provincia di Piacenza, a Bettola il leader del Pd è nato nel 1951.
“Monti dovrà continuare a dare un contributo a questo Paese”, ha sostenuto il segretario del Pd a margine del suo comizio. Commentando l’agenda del premier, ha ribadito come per il Pd questo “non sia un problema. La nostra posizione è chiarissima, ribadita, e tutti la conoscono e anche Monti. Noi manderemo avanti il meglio di questa esperienza”.
“Tutte le mattine – ha scherzato poi Bersani per sottolineare come quotidianamente gli venga richiesto un parere sul governo Monti e sul futuro del premier- mi fanno un prelievo e mi misurano il tasso di montismo”. “Monti lo abbiamo voluto noi e lui deve affrontare tutti i giorni delle pesanti eredità lasciategli dal precedente governo”, ha aggiunto il leader del Pd il quale ha ricordato che “se le ultime volte noi non avessimo dato la fiducia rompendoci anche le gambe per votarlo hai voglia a sostenerlo perché la destra, di fatto, è scomparsa. Noi sosteniamo questo governo -ha aggiunto- anche davanti a scelte che a volte non condividiamo. Qualche volta dobbiamo ingoiare qualche boccone amaro però abbiamo promesso lealtà e sarà sempre così”.
“La politica ha bisogno di aria nuova e la scelta di fare le primarie è una scelta aperta ma con delle regole certe perché le regole sono una buona parola”, ha affermato durante il primo comizio della sua campagna elettorale in vista delle primarie del partito. Secondo Bersani “le regole vanno a sostegno di una grande apertura dove la politica si prende i suoi rischi e si mette in gioco”. Proprio per questo, ha proseguito “la politica deve fare uno sforzo per rendere più credibile l’idea di cambiamento e rompere quel muro di distacco tra i cittadini e le istituzioni. L’impegno che io prendo è proprio quello di un cambiamento da parte di una forza come la nostra che sa come lo si può fare. La politica – ha aggiunto – deve prendersi qualche rischio altrimenti non può avere credibilità”. “Il nostro Paese – ha proseguito Bersani – è composto da un sacco di gente perbene, che la può anche pensare diversamente da noi ma che è e resta sempre perbene e che ha la forza e la volontà di reagire e di accettare uno sforzo comune purché chi ha di più dia di più. Per questo vogliamo risvegliare il coraggio degli italiani”.
“Senza radici foglie nuove non se ne fanno”. Per questa ragione, il segretario del Pd Bersani – per il quale “il Pd è l’unica speranza del Paese” – ha deciso di partire dal suo paese natale per iniziare la sua personale campagna elettorale in vista delle primarie del partito. “Nel decidere quale Bersani presentare – ha spiegato – ho pensato che il Bersani più vero era questo, quello che qui è nato e ha vissuto tra il distributore di benzina e l’officina di mio padre. Un vero ritorno alle radici perché il Paese ha bisogno di foglie nuove ma le foglie nuove possono venire solo se ci sono le radici”. “Quello che è stato è stato – ha sottolineato poi – ma quello che è importante è dire quello che si è e per questo ho voluto partire proprio da qui. La mia seconda tappa la farò al Cern di Ginevra dove c’è tanta intelligenza italiana e che è stato fondato da un mio compaesano, Edoardo Amaldi che era nato a pochi chilometri da qui. Poi la tappa successiva mi vedrà attraversare la famosa galleria della Gelmini per andare a L’Aquila”.
Tornando alle sue radici, Bersani ha ricordato il primo comizio tenuto proprio qui a Bettola davanti al bar della piazza in una giornata di mercato: “C’era un sacco di gente ma ad ascoltarmi solo una ventina di persone. Avevo addosso una ansia particolare perché era il mio primo comizio ma soprattutto perché dopo, attraversando il ponte, avrei dovuto fare ritorno a casa e sentire cosa mi dicevano i miei. Io però ho avuto coraggio e auguro che anche i giovani d’oggi ce ne mettano un po’. Hai visto mai – ha sottolineato Bersani – che fai un comizio qui e poi diventi segretario del Pd?”.
Quanto alla Lombardia, “prima si va al voto e meglio è”. E sulla posizione assunta ieri dalla Lega “vediamo la loro coerenza – ha sottolineato Bersani – perché lì, in regione ogni giorno ce ne è sempre una diversa. Credo tuttavia che tutti quanti percepiscano che bisogna metterci un alt, fare il punto su quella vicenda”.
Al termine del comizio, il leader del Pd è intervenuto anche sulla legge di stabilità: ”Non ho ancora visto le carte della legge di stabilità – ha detto – ma se restano così le cose che mi hanno detto c’è qualcosa da aggiustare”. E ha spiegato che nel provvedimento annunciato dal governo vi siano cose che colpiscono “la scuola e soprattutto i disabili. Su questo noi non siamo d’accordo, spero non sia così, vedremo le carte e le aggiusteremo”.
“Siamo già liì…? Non ci ho ancora pensato”, ha invece risposto sorridendo a un giornalista che gli chiedeva se una volta al governo fosse pronto un ministero per il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
A Bersani è stato riservato un grande abbraccio di amici e parenti. Il leader del Pd si è fermato presso il distributore di benzina con annessa officina dove aiutava il padre Pino. Di fronte al distributore sostenitori hanno innalzato uno striscione con la scritta ‘Noi aggiustiamo, non rottamiamo’