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Primarie Pd, Laura Puppato avverte Bersani e Renzi: Sono io la vera novità

 Domenica di campagna elettorale e di sfida a distanza tra i tre candidati Pd alle primarie del centrosinistra. Matteo Renzi e Laura Puppato si sfidano sul terreno della novità.
“Non mi piace entrare nel conflitto tra i candidati, ma registro che c’è molto narcisismo in giro. Mi piacerebbe che si tornasse tutti con i piedi per terra”, dice Puppato  replicando al sindaco di Firenze che ancora oggi, dai microfoni di SkyTg24, ha ripetuto di essere lui l’unico in grado di “scardinare” il sistema. “In termini di stile chiedo se sia proprio lui ad assomigliare di più al ventennio berlusconiano – dice la candidata -. Lo dico perché lo stile è sostanza e in termini di stile la più lontana da Berlusconi sono sicuramente io. Se vogliamo dare un peso all’obiettività dobbiamo dire dire così. Poi, ciascuno porta acqua al suo mulino ed è normale che Renzi voglia identificare solo lui con il nuovo. Ma in termini assoluti direi che assolutamente non lo è”.
L’unica donna in corsa per la leadership del centrosinistra guarda poi al dopo-Monti: “Siamo tutti moralmente obbligati nei confronti di Monti”, ma “c’è bisogno di una proposta politica per l’Italia che non sia sostenuta solo su necessità immediate e non sia funzionale solo al rigore, perché di rigore ci si può ammalare”. “Abbiamo sostenuto Monti, sapendo che questo perido non sarebbe stato facile. Abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità, gratificato dal fatto che l’Italia ha ripreso credibilità internazionale ed ha visto rinascere la speranza – spiega Puppato-. Ma è un fatto obiettivo che il governo dei tecnici è composto da alcune persone eccellenti e da altri che hanno vedute ragioneristiche, meno capaci di visioni”. L’esponente del Pd prosegue: “Questo si è visto in alcune politiche, quelle industriali per esempio, che hanno ricalcato scelte recenti senza un vero cambio di passo o la forza di invertire una tendenza. Questo è un assoluto limite”. Quindi, per Puppato, adesso “serve una politica del buon senso, del fare, ma con delle visioni, dai giovani, all’ambiente, all’economia. Serve una chiara prospettiva per il Paese. Io parlo sempre di una politica dalla schiena dritta, forte, che non abbia dietro solo le lobby ma altro. Insomma, è evidente che un cambio di passo è urgente”.
Matteo Renzi, intervistato da Maria Latella per Sky torna invece ad attaccare il segretario Bersani per le polemiche sollevate sulla cena con gli esponenti della finanza a Milano organizzata da Davide Serra: “La vicenda delle Cayman è stata usata per denigrazione ed è molto triste, perché vuol dire che c’è una incapacità a parlare di fronte”.. “Io ho un mutuo per una casa a Pontassieve non ho conti cifrati nei paradisi fiscali – spiega il sindaco di Firenze – . La finanza è fondamentale, bisogna interloquire con la finanza ma bisogna dare delle regole, mentre quelli di prima sono stati subalterni alla finanza”. Renzi poi cita alcuni casi concreti: “Vogliamo parlare di Mps o della scalata, ma io la chiamerei ‘sfilata’, Telecom finanziata dalla politica? E’ una vicenda che è sotto gli occhi di tutti e allora D’Alema era presidente del Consiglio e Bersani ministro dell’Industria”.
Ma Pier Luigi Bersani a ‘Domenica In’ torna a lanciare bordate contro i finanzieri: “I consigli sono sempre ben accetti ma se uno paga le tasse a Londra dia consigli a Cameron prima che a me”. “Non ho nulla contro la finanza, ma ora bisogna che le ricette le discutiamo tra noi”, spiega Bersani. “Basta farci consigliare, farci dare le slide, da chi ha base altrove, da chi ha interessi propri. So che la finanza è importante, ma ora al comando c’è altro”, insiste il segretario del Pd. “Anche D’Alema ha parlato alla City ma non si fece dare le slide”, ricorda.
Quanto “a Renzi dico: attenzione a non dare per nuove ricette degli anni ’80 e ’90 perché la gente si è stancata di sentire contenuti e ricette che hanno fatto il loro tempo”.
Comunque, rimarca il leader Pd, “tra Renzi e Berlusconi sono preoccupato più da Berlusconi, perché di populismo ne abbiamo avuto già un bel po’ e il centrodestra su queste posizioni non farebbe bene al Paese. Berlusconi ha governato più di De Gasperi, potrebbe accontentarsi”, aggiunge con una battuta Bersani spiegando che la reazione di Berlusconi è “in parte legata alla sentenza, ma è anche istinto. Berlusconi non prende atto dei risultati che ci sono: oggi siamo al punto più esposto della crisi dopo le sue cure. Il Paese ha bisogno di mettere alle spalle una fase”.