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Casini: Dopo il risultato siciliano il patto con il Pd è possibile solo se rompe con gli estremisti

Dalle elezioni in Sicilia la prova che “l’incontro tra moderati e progressisti e’ possibile, ma deve essere fatto in piena chiarezza e serieta’”. E con Vendola di mezzo “il problema non e’ personale, e’ politico. Io chiedo al Pd come sia possibile un’alleanza con chi ha sostenuto il referendum sull’art. 18, la battaglia al fianco dei No Tav, con chi ha attaccato Monti e il suo governo”. In una lunga intervista a Repubblica, il leader Udc Pier Ferdinando Casini torna a ribadire l’altola’ a Sel. “Ricordo agli amici del Pd – incalza – che in Europa la sinistra ha lavorato bene, cosi’ Schroder in Germania come Blair in Inghilterra, dopo aver messo al bando gli estremi del sindacalismo e della politica”.
Il leader centrista non si lascia sedurre da ipotesi di coalizioni ampie per arginare il fenomeno Grillo. “Ho molti dubbi – dice – che le ammucchiate confuse ed eterogenee servano a contrastarlo. Piuttosto rischiano di aiutarlo. Per noi questi mesi – chiarisce – non sono stati una parentesi da archiviare per tornare ai vecchi giochi, per ripresentarsi come se nulla fosse con le vecchie coalizioni. Sono quelle che hanno degradato la politica e ci hanno portato fin qui”.
E Monti, per Casini, non rappresenta certo un’esperienza da lasciarsi alle spalle. “Ha cambiato il linguaggio della politica in Italia. Ha compiuto scelte dolorose, sfidando l’impopolarita’, ha messo al bando la demagogia e i populismi e riportato il Paese al centro della politica internazionale. Lo dico fin d’ora: migliore sara’ il risultato della Lista per l’Italia all’indomani del voto, piu’ probabile sara’ la permanenza di Monti a Palazzo Chigi”.