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Esodati: nuovo stop alle garanzie dalla Commissione Bilancio. La Corte dei Conti bacchetta l’Inps: Si devono risanare i fondi pensione

Bocciato dalla commissione Bilancio della Camera l’emendamento bipartisan della commissione Lavoro alla legge di Stabilità che ampliava le garanzie per i lavoratori esodati. La proposta è stata giudicata inammissibile a causa delle coperture finanziarie giudicate inadeguate.
”La Commissione Bilancio della Camera ha dichiarato inammissibili due emendamenti alla legge di stabilità a mia prima firma: uno riguardante la ricongiunzione contributiva onerosa; l’altro concernente l’estensione delle salvaguardie ad altre categorie di esodati ora escluse (la stessa sorte e’ toccata all’emendamento sulla medesima materia votato dalla Commissione Lavoro)”, ha spiegato in una nota dal suo sito internet il vicepresidente della commissione Lavoro, Giuliano Cazzola.
Naturalmente, prosegue, “ho presentato ricorso, ma confido che i due relatori (colleghi di grande valore) sappiano indicare ogni possibile misura correttiva degli errori compiuti in proposito, negoziando con il governo (come si sarebbe dovuto fare fin dall’inizio di questa complessa vicenda)”. “Mi auguro, almeno, che quest’ultimo episodio metta ulteriormente in evidenza la disonestà di quanti, in tutti questi mesi, hanno attribuito al Pdl e in particolare al sottoscritto, la colpa per la mancata soluzione dei loro problemi. E che i vari comitati imparino a distinguere tra le facili promesse e il senso di responsabilità”, conclude Cazzola.
Dal canto suo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, parlando nel corso di un incontro con la stampa estera, ha annunciato che con un provvedimento contenuto nella legge di stabilità “potremmo arrivare a 140.000″ esodati salvaguardati. Nella legge stabilità, all’esame di Montecitorio, “ci sarà una nuova revisione per altre 10.000 persone”, che si vanno a sommare ai 65.000 più 55.000 tutelati dai due provvedimenti del governo Monti, più 10.000 delle riforme dell’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

Sono ”indilazionabili” misure di risanamento dei principali fondi amministrati e di razionalizzazione di quelli ‘minori’. E’ la sollecitazione che giunge dalla Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria dell’Inps del 2011.
”Appaiono indilazionabili – raccomanda la magistratura contabile -misure di risanamento dei principali Fondi amministrati, nonché di razionalizzazione di quelli ‘minori’, in consecutiva e più marcata perdita complessiva, contenuta solo in parte dagli attivi della gestione per le prestazioni temporanee e di quella per i parasubordinati, il cui netto patrimoniale congiunto prevale sui gravosi passivi degli autonomi (agricoli e commercianti) e del più grande Fondo per il lavoro dipendente (appesantito dai dissesti strutturali dei dirigenti di azienda e di quelli della elettricita’, trasporti e telefonia), i cui saldi negativi tra contributi e prestazioni trovano insufficiente copertura nel finanziamento statale, ancora non adeguatamente individuato nella componente assistenziale a carico della fiscalità”.
”I conti generali dell’istituto registrano nel 2011 – prosegue la Corte - una ulteriore contrazione dell’avanzo finanziario e un accentuato deficit economico, connessi al primo declino degli apporti statali, dalle cui dimensioni, quantitative e soprattutto qualitative ( a titolo di trasferimenti o di anticipazioni a debito ), restano condizionate le stime di pesanti risultanze negative nel 2012, che incorporano lo squilibrio strutturale, già evidenziato dalla Corte nel recente referto sulla più grande gestione acquisita dell’ex Inpdap, corretto solo in parte dagli ultimi provvedimenti normativi”.
Il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino nel referto sulla gestione dell’Inps, sottolinea la necessità di ”monitorare assiduamente l’incidenza delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica fino all’entrata a regime del sistema contributivo e di sottoporre a riesame il modello della previdenza complementare, la cui eventuale confermata configurazione privata impone misure di rilancio, per incentivare le esigue iscrizioni e di razionalizzazione, per ridurre l’estrema polverizzazione dei Fondi”