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Escalation di violenza su Gaza. Abbattuto jet israeliano. Bombardamenti a Gerusalemme

Escalation di violenza su Gaza. Abbattuto jet israeliano. Bombardamenti a Gerusalemme

Escalation di violenza nella striscia di Gaza. Aerei militari israeliani hanno condotto un raid nei pressi di Rafah contro l’abitazione di Mohammed Abu Shamala, comandante per il sud di Gaza delle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas. Lo riferiscono fonti palestinesi citate dal sito israeliano YNet, secondo le quali l’abitazione è stata completamente distrutta. Non si hanno notizie sulla sorte di Abu Shamala, che nei giorni scorsi era stato indicato come possibile successore di Ahmet al-Jabari, leader delle brigate al-Qassam, ucciso in un raid israeliano a Gaza due giorni fa.
Da Gaza intanto le brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, dichiarano di aver abbattuto un F-16 israeliano nella Striscia. Gli uomini del braccio armato di Hamas, sostengono inoltre di aver lanciato un razzo contro “obiettivi israeliani” a Gerusalemme. Le sirene di allarme antimissile hanno cominciato a risuonare nell’intera area di Gerusalemme.
Una escalation dello scontro che ha portato alla morte di due palestinesi, uccisi in mattinata dall’ennesimo bombardamento delle forze di Israele. Poi è toccato a un militante di Hamas, perdere la vita a Khan Younis sotto le bombe israeliane.
Il primo ministro egiziano Hisham Kandil, in visita a Gaza, tenta di mediare per il cessate il fuoco. “L’Egitto non risparmierà sforzi per raggiungere la tregua e fermare l’aggressione” israeliana, ha detto Kandil incontrando i giornalisti a Gaza nel corso della sua visita. ”La tragedia a cui ho assistito oggi a Gaza non può essere ignorata. L’aggressione deve essere fermata”, ha aggiunto il primo ministro egiziano, spiegando che dopo di lui arriveranno nella Striscia altri rappresentanti del governo egiziano.
Rivolto alla comunità internazionale, il premier egiziano ha chiesto di interrompere il suo silenzio riguardo la crisi in corso e di intervenire per mettere fine a queste violenze. Kandil ha infine affermato che ”la forza del popolo palestinese è nella sua unità”, anche di fronte agli attacchi israeliani.
Nelle stesse ore due missili hanno colpito il suolo a sud di Tel Aviv e l’aviazione israeliana risponde con 12 attacchi aerei nell’arco di 10 minuti. Cinque missili Grad sono stati sparati contro la città israeliana di Kiryat Gat. Ed è emergenza per l’ospedale al-Shifa di Gaza: è al completo, si tenta così di evacuare i feriti in Egitto.
Israele, da parte sua, ha cominciato a richiamare 16 mila riservisti. Non è esclusa infatti la possibilità di inviare a Gaza forze di terra a sostegno dell’offensiva aerea avviata mercoledì scorso. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha detto un portavoce militare israeliano. Continua, intanto, lo spostamento di mezzi e forze militari verso il confine meridionale, secondo quanto ha riportato radio Israele. Israele schiererà, inoltre, una quinta batteria del sistema antimissile Iron Dome entro domani sera.
Secondo un bilancio fornito questa mattina dagli israeliani, sono stati colpiti dalle forza aeree israeliane circa 500 obiettivi nella Striscia di Gaza, obiettivi che comprendono depositi di armi e siti per il lancio dei missili. Sono circa 300 i missili lanciati dalla Striscia di Gaza dall’inizio dell’operazione. Sono 26 le persone (23 palestinesi e 3 israeliani), rimaste uccise finora.
La crisi in corso in Medioriente preoccupa non poco la comunità internazionale. Mentre il ministro degli Esteri tunisino, Rafiq Abdessalam, sarà in visita domani nella Striscia, la Turchia è pronta a colloqui bilaterali con Israele perché metta fine agli attacchi.
L’Ue ha definito “inaccettabili” gli attacchi di Hamas e chiede ad Israele che “la risposta sia proporzionata”. Ritenendosi “preoccupata”, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea Catherine Ashton, ha deplorato “la perdita di vite civili da entrambe le parti”. Della crisi mediorientale si discuterà nella riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue lunedì a Bruxelles.
Un appello alla comunità internazionale è arrivato dal Grand Mufti del Libano, Sheikh Mohammad Rashid Qabbani, che ha chiesto “di agire immediatamente per fermare l’aggressione israeliana” su Gaza condannando allo stesso tempo i raid contro i palestinesi come un ”atto criminale e brutale”. In una conversazione telefonica, il re saudita Abdullah al presidente egiziano Mohamned Morsi ha detto che siano “la ragione e la saggezza” a prevalere nella crisi in corso. “L’Egitto e gli arabi non lasceranno soli Gaza e il suo popolo”, ha dichiarato poi in un intervento pubblico Morsi. Che ha ricevuto anche la telefonata del presidente russo Vladimir Putin, il quale ha sottolineato ”la necessità di fermare il confronto armato a Gaza”.
Intensa diplomazia telefonica anche dall’Italia. Mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sentito l’omologo israeliano Shimon Peres, il capo della Farnesina Giulio Terzi ha telefonato ai ministri degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ed egiziano, Kemal Amr. Terzi è anche in costante contatto con gli italiani, circa una decina, nella maggior parte operatori umanitari, presenti nella Striscia. Al momento si trovano all’interno di una struttura che ospita tutti gli operatori internazionali.