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Lacrimogeni dal Ministero, per il Racis sono stati sparati da terra e poi sono rimbalzati

I lacrimogeni lanciati sui manifestanti durante il corteo studentesco di mercoledì a Roma, non sono stati sparati dal ministero della Giustizia. Ad affermarlo è una perizia del Racis, il reparto di investigazioni scientifiche dei Carabinieri.
Dagli esami effettuati dopo la diffusione del video che sembra mostrare i fumogeni partire dalle finestre dell’ultimo piano del ministero della Giustizia, emerge che la gittata del lacrimogeno sparato mercoledì scorso ”è dell’ordine di 100-150 metri, coincidente con il posizionamento delle forze di polizia all’altezza di Ponte Garibaldi”.
Il video, hanno accertato i carabinieri, ”riproduce un impatto su cornice superiore della quarta finestra (a partire dallo spigolo sinistro), sita al quarto piano del ministero, di un solo artifizio lacrimogeno poi fratturatosi in tre parti”.
Artifici di questo tipo, rileva il Racis, ”si compongono di quattro dischi contenenti materiale lacrimogeno che si sprigiona durante la traiettoria o all’impatto contro le superfici producendo effetto fumogeno”. E’ ”di tutta evidenza”, viene sottolineato nel rapporto inviato dal Racis al ministero della Giustizia e alla procura di Roma, che ”la traiettoria ondeggiante può essere prodotta solo in fase di ricaduta e non in fase ascendente”.
Nel sopralluogo effettuato sul posto i militari hanno rinvenuto una ”porzione di capsula di artifizio lacrimogeno mod. Folarm da 40 mm scomponibile, già asseritamente recuperata nel cortile interno del ministero, unitamente a un disco facente parte della capsula” e due ”porzioni di analoghi artifizi con un disco”.
In ogni caso l’indagine interna disposta dal ministro Paola Severino continua. Da ieri sono state ascoltate le testimonianze dei dipendenti del ministero in servizio mercoledì scorso, sarà poi acquisito ogni altro elemento utile a fare luce definitivamente sulla vicenda.
E a confermare che “l’inchiesta in atto è fatta in maniera molto seria e molto scientifica” è stata il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri contestata oggi a Rimini da un gruppo di una quindicina di giovani dei collettivi studenteschi che ha tentato di srotolare uno striscione con su scritto ‘stop violenze polizia, identificativi sulle divise’. Una ragazza che prendeva parte alla contestazione è stata poi invitata a salire sul palco per motivare le ragioni della protesta, organizzata per criticare il comportamento delle forze di polizia nel corso dei cortei di mercoledì.
Intanto un poliziotto è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per l’aggressione ai danni di un manifestante.