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Ilva, Monti punta al decreto legge. Clini: C’è chi ha chiesto ripetutamente la chiusura dell’impianto

“Ci sono molti interessi a che la vicenda dell’Ilva non si risolva. Ci sono interessi politici espliciti di chi nei mesi scorsi anche in campagna elettorale a Taranto ha chiesto ripetutamente la chiusura dell’Impianto e ci sono interessi oggettivi, per cui se chiude l’Ilva i concorrenti europei e asiatici fanno festa”. Lo afferma il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.
“Bisogna chiarire qual’e il gioco e nessuno di noi puo’ far finta di non sapere. Bisogna avere chiaro tutto quanto c’e’ in ballo che per noi e’ la protezione della salute e dell’ambiente che non si assicurano chiudendo lo stabilimento perche’ la sua chiusura lascerebbe li’ un deserto inquinato” sottolinea il ministro. “La chiusura infatti deriverebbe da un contenzioso tra l’Ilva e la magistratura che e’ appena iniziato. Prima che la questione arrivi in dibattimento, come gia’ visto in molti altri siti italiani, le cose rimangono li’ per anni”.
Clini esclude l’ipotesi commissariamento. “Non c’è bisogno. Quello che vogliamo è l’applicazione piena della legge. Non dobbiamo inventarci cose strane. Il decreto del governo dovrà ribadire i contenuti dell’Aia“.
”Non stiamo seguendo la strada di sollevare un conflitto di attribuzione con la magistratura” davanti alla Corte Costituzionale, spiega Clini. ”Noi non abbiamo seguito questa strada, stiamo semplicemente richiamando l’esercizio delle competenze attribuite dalle leggi, che devono essere rispettate da tutti’, ha spiegato il ministro che sull’impegno economico necessario per risolvere la questione, anche in chiave di bonifica ambientale, ha aggiunto: “gli interventi prescritti con l’Aia hanno una dimensione attorno ai 3 miliardi di euro, Ilva ha presentato al ministero dell’Ambiente il piano degli interventi, noi lo abbiamo approvato. Noi ci aspettavamo che il piano di interventi cominciasse ad essere efficace due giorni fa, lunedi scorso” e con il decreto allo studio del governo “puntiamo a far ripartire l’iter”.