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Pdl allo sbando, Alfano parla con Berlusconi: La settima prossima assumeremo una decisione

”Ho sentito il presidente Silvio Berlusconi e abbiamo concordato di convocare, la prossima settimana,l’ufficio di presidenza per assumere le decisioni riguardo le primarie e l’assetto migliore da presentare nella prossima campagna elettorale”. Lo afferma in una nota il segretario del Pdl, Angelino Alfano.
Manca solo l’ufficialità, ma ormai è quasi certo: le primarie del Pdl non si faranno. Dopo che mercoledì sera a ‘Porta a Porta’, Maurizio Lupi ha lasciato intendere che il rischio che saltino è reale (” la data fissata del 16 dicembre non è più verosimile, e resta la sola Meloni a insistere per farle almeno a gennaio”) Maria Stella Gelmini ha ufficializzato al Tgcom24 la notizia, spiegando che si tratta di una decisione collegiale e non di un’imposizione del presidente del partito.
“Sì, l’orientamento è questo – ha detto l’ex ministro e parlamentare Pdl -. C’è poco tempo e si cercherà di fare il rinnovamento del partito per altre vie, come ad esempio convention programmatiche, un consiglio nazionale e incontri sul territorio. Non staremo con le mani in mano”. ”Alfano -ha concluso Gelmini- si fa carico dell’unità del partito. L’opinione di Berlusconi conta, ma la decisione è maturata dopo la riflessione dei dirigenti. La riflessione è quella di procedere con strumenti diversi per il rilancio del partito. Berlusconi vuole andare oltre le primarie, noi siamo sempre all’avanguardia fin dal 1994 e non possiamo limitarci a copiare uno strumento del centrosinistra. Con gli ex An lavoreremo insieme, collaborando per trovare la soluzione migliore senza litigare”.
L’unica a ‘resistere’ è Giorgia Meloni. Che oggi su Twitter scrive: “Si dice vogliano annullare le primarie, ma nessun organo del Pdl si è riunito. Chi vuole annullarle ci metta la faccia, io non mi ritiro”.
Dal canto suo Silvio Berlusconi sceglie il low profile e preferisce mantenere la consegna del silenzio. Per non alimentare nuove polemiche e, raccontano, consentire una difficile trattativa sui futuri assetti di quel che rimane del Popolo della libertà (sul tavolo resta l’opzione ‘spezzatino’ con scissione degli ex An, sponsorizzata dai ‘berlusconiani’), il Cavaliere avrebbe scelto di non parlare alla stampa.
Non a caso, oggi a Milanello per caricare il suo Milan prima della trasferta a Catania, ha evitato dichiarazioni ai giornalisti. A quanto si apprende, l’ex premier avrebbe congelato tutti gli altri appuntamenti in agenda. Dovrebbe restare ad Arcore anche nel weekend e, salvo ripensamenti dell’ultima ora, difficilmente sarà all’Assemblea costituente della Lombardia (organizzata dai Cristiano popolari), in programma domenica mattina a Milano, presso il palazzo dei congressi delle Stelline.
Sabato, invece, all’Assemblea costituente del Lazio, promossa dal partito guidato da Mario Baccini a Roma, è prevista la presenza di Angelino Alfano. In queste ore si sprecano contatti e incontri. In via dell’Umiltà il segretario avrebbe convocato una riunione: tra i presenti, Maurizio Lupi e Raffaele Fitto.
Netto il giudizio del dirigente nazionale di Giovane Italia Mattia Kolletzek, tra il leader del movimento giovanile del Pdl, in merito al sempre più vicino dietro-front del partito. “La situazione è intollerabile e non capiamo come non si rendano conto che la candidatura di Berlusconi, oltre a essere un danno per il Pdl, per il centrodestra e per il Paese, serebbe un danno per Berlusconi stesso che per 20 anni ha subito attacchi di ogni genere e ha concluso il suo governo in modo inglorioso”.
“Bisogna guardare al futuro e non al passato riproponendo schemi vecchi” prosegue Kolletzek, precisando all’Adnkronos che “noi giovani non staremo fermi, ci stiamo organizzando per far sentire le nostre ragioni con azioni di contenuto”. Non è escluso che la Giovane Italia torni a protestare nelle sedi politiche, o forse anche in piazza. “Se poi vincesse Bersani alle primarie del centrosinistra – continua il dirigente nazionale che a Bologna è consigliere del quartiere Porto – candidare un volto nuovo sarebbe a maggior ragione strategico, rispetto alla riproposizione di Berlusconi“.
Rifare poi An e Forza Italia sarebbe del tutto incomprensibile per i giovani – aggiunge – io ho 29 anni e ricordo questi partiti, ma ci sono le nuove leve nate nel Pdl che non sanno neanche cosa siano”.
Insomma, il ‘no’ netto è per un ritorno al passato.I giovani guardano piuttosto all’ex ministro Giorgia Meloni. “Abbiamo espresso a Giorgia il nostro sostegno in tempi non sospetti – conclude Kolletzek – e certamente lei incarna la nostra idea di fare politica, basata sulla militanza sul territorio, anche se il nodo centrale non è quello delle persone o dei nomi, quanto quello di cambiare, appunto, il modo di fare politica”.