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Banche Ue, nella notte accordo storico: sì alla vigilanza unica dal 2014. Restano fuori Gran Bretagna, Svezia e Repubblica Ceca

Oltre 14 ore di negoziati, da ieri pomeriggio alle 14,30 fino alle 4,30 di questa mattina, poi l’Ecofin straordinario ha trovato l’accordo sulla vigilanza unica bancaria da affidare alla Bce . Che dovrà essere pienamente operativa entro il primo marzo del 2014, due mesi più tardi di quanto concordato nel giugno scorso.
“Questo sviluppo ci permetterà di spezzare il circolo vizioso tra banche e rischio sovrano”, ha commentato soddisfatto il ministro delle Finanze cipriota, Vassos Shiarly, presidente di turno della Ue, definendo l’accordo raggiunto all’alba “un regalo di Natale per l’Europa”.
Effettivamente l’accordo sul meccanismo di supervisione unica, primo tassello dell’Unione Bancaria, facilita la discussione dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che a partire dalle 17 si riuniscono a Bruxelles per parlare di rafforzamento dell’Unione economica e monetaria. Senza contare che a un’”efficace” vigilanza unica è collegata la possibilità per il Meccanismo europeo di stabilità (Esm) di ricapitalizzare direttamente le banche.
“Questo è un segnale – ha detto il ministro delle Finanze francese, Pierre Moscovici – che il resto del mondo può avere fiducia nell’Europa, può avere fiducia nell’eurozona”. “E’ un accordo storico”, ha fatto eco il commissario al Mercato interno ed ai servizi finanziari Michel Barnier, che ha indicato nello schema di risoluzione e in quello della garanzia comune dei depositi le prossime tappe su cui costruire l’Unione bancaria.
Secondo l’intesa raggiunta a Bruxelles, facilitata dal solito compromesso franco-tedesco, la vigilanza unica della Bce si applicherà a tutte le banche dell’eurozona che abbiano assets superiori a 30 miliardi di euro o pari al 20% del Pil del Paese cui appartengono. Vengono dunque escluse le casse di risparmio tedesche, su cui sin dall’inizio si era impuntata Berlino, che, in vista del voto di settembre, voleva salvaguardare quelle che vengono considerate un bacino importante di voti.
L’accordo riguarda anche il complesso sistema di voto all’interno dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, per salvaguardare i Paesi non euro che non partecipano al meccanismo di supervisione unico.