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Il confuso tris di Berlusconi: candida Monti, se stesso e Alfano. Ma il professore lo ignora

Il confuso tris di Berlusconi: candida Monti, se stesso e Alfano. Ma il professore lo ignora

Se Monti dovesse candidarsi alla guida del nascente schieramento centrista, Berlusconi sarebbe pronto a ritirare la sua candidatura a palazzo Chigi. Alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, il Cavaliere sottolinea: ”La mia candidatura? Dipende da come si sviluppano le cose: posso fare il coordinatore, il regista di uno schieramento ampio che arrivi a comprendere il centro che si sta formando con Casini, Montezemolo, Giannino. Un centro che mira a una adesione di Monti a questa iniziativa. Non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte o di partito, ma ove il presidente Monti decidesse di aderire a questa richiesta, anche lo schieramento moderato aderirebbe tutto in suo supporto”.
Non credo che Monti accetti di poter diventare uomo di parte e di partito, ha aggiunto Berlusconi, ricordando che ”durante una visita a palazzo Chigi io stesso ho proposto a Monti di essere lui il candidato alla presidenza del Consiglio di tutto lo schieramento moderato, ma lui mi ha detto chiaramente di non essere interessato”.
Un’alleanza nel nome di Monti, dice, è comunque “possibile”. ”Sono pronto a rinunciare – ha ribadito -, se Monti si candidasse a tenere insieme tutto il rassemblement dei moderati oppure se la mia candidatura fosse un elemento di divisione nel fronte moderato”. E a Vespa che “gli chiede se è pronto a fare un passo indietro” sul nodo della premiership del Pdl nel 2013, risponde: ‘No, non è così”. “Io in questo momento sono il candidato a palazzo Chigi” precisa. “Spinto dai miei ho accettato di poter essere candidato premier”, ma anche ”leader della coalizione”.
D’altra parte, aggiunge, ”ho grande stima per Alfano” ed “è in pole position per la premiership”. “E’ possibile che sia lui il candidato. Anche la Lega è d’accordo per una candidatura di Alfano”.
”Con la Lega stiamo trattando, la discussione è aperta”. Se non si dovesse trovare un’intesa e il Carroccio ”decidesse di andare da solo”, ”succederebbe che immediatamente cadrebbero le giunte di Piemonte e Veneto. L’accordo con la Lega è in discussione”. ”Se la Lega decidesse di andare da sola in Lombardia noi dovremmo considerare anche la nostra alleanza in Piemonte e in Veneto”, ha aggiunto l’ex premier.
Casini, dice Berlusconi, “ha un certo complesso nei miei confronti, mi ha detto: ‘Se fai un passo indietro io sarò con i moderati’ e io feci un passo indietro e Alfano divenne segretario. Ci aspettavamo il ritorno di Casini, ma questo non avvenne”.
A proposito degli attacchi dell’Europa dice: ”Io sono un europeista convinto. Si può parlare solo eufemisticamente di malintesi, vedo piuttosto malizia”.
Berlusconi ribadisce poi che lo spread ”è un imbroglio”. ”Sullo spread oltre 500 punti fu fatta una battaglia durissima, dando a me la colpa, si disse che avevamo portato il Paese sull’orlo del baratro: questa è una menzogna colossale”.
Torna poi ad attaccare il Quirinale. ”Io ho avuto a che fare con presidenti della Repubblica – dice – tutti schierati dall’altra parte e ho avuto molte difficoltà a convincere questi presidenti che molte volte, troppe volte, mi hanno negato l’urgenza e quindi l’operatività dei decreti legge”.
Su Dell’Utri dice di volergli bene “come a un fratello, ma mi dispiace, non possiamo permetterci di candidarlo”.
Smentisce poi di aver accusato Giulio Tremonti di ‘sputtanarlo’ in Europa. ”Non sono uno che usa termini come sputtanamento”, assicura il Cavaliere. “Non ho mai detto queste cose”, è “il solito chiacchiericcio del teatrino della politica”.
Per le politiche il Pdl non cambierà simbolo. ”Terremo nel simbolo il nome del Popolo della libertà” ha detto. Si dice poi fiducioso nella possibilità di riconquistare elettori che si sono rifugiati nel non voto. ”Nel 2008 avemmo il 37, 4%, dopo il congresso siamo saliti al 41,9% – ha detto -. Da focus che sono stati fatti al Nord, al Centro e al Sud risulterebbe oggi che praticamente nessuno di quegli elettori che allora ci diedero fiducia oggi sarebbe non disposto a ridarci fiducia. Si sono rifugiati nel non voto, ma potremmo riconquistarli se fossimo in grado di presentarci con un buon programma e uno schieramento di uomini nuovi e capaci”. Ci sarà sicuramente un rinnovamento, precisa, “ma nessuno dei nostri parlamentari che abbia dato prova di affidabilità ed efficienza sarà lasciato fuori dalle liste”.
Silvio Berlusconi torna a lanciare un affondo contro i pochi poteri che ha il presidente del Consiglio in Italia. ”Bisogna cambiare l’architettura dello Stato – dice – e per farlo è necessario che un solo partito abbia la maggioranza e perché sia così i cittadini devono votare” bene, ovvero ”non disperdere il voto per i piccoli partiti”.
Sul caso Ruby, dice, “da Procura” c’è stata “una mostruosa operazione di diffamazione”. Per quanto riguarda i diritti tv, Berlusconi dice che si è arrivati a “una sentenza politica che mi fa schifo”. “E’ una cosa inaccettabile in una libera democrazia – dice -. Non ho mai visto una cosa del genere!”. Attacca poi “la signora Boccassini che si permette di dire ai miei avvocati che voglio dilazionare l’esito del processo è un magistrato che interferisce nelle elezioni democratiche”. Giovedì “agli amici del Ppe”, ha aggiunto, “spiegherò che non so da cosa si sono fatti prendere in questi momenti, spiegherà la situazione comatosa della giustizia italiana. Siamo di fronte a un cancro”.
Dopo il ‘caso Littizzetto’ attacca poi la Rai. ”La tv pubblica lascia insultare” un leader di un partito politico ”senza prendere un provvedimento”, né fare ”pubbliche scuse”. ”Allora – conclude l’ex premier – tutto è possibile…”.