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Egitto di nuovo alle urne, referendum sulla Costituzione. Scontri in piazza alla vigilia del voto

Si sono aperti, in 10 province egiziane, i seggi per il referendum sulla Costituzione. Il presidente Mohammed Morsi si è recato a votare nel quartiere di Heliopolis al Cairo.
Scontri tra manifestanti pro e contro la riforma costituzionale che da domani sarà messa a referendum in Egitto si sono verificati ad Alessandria, nel nord del paese, al termine della preghiera islamica del venerdì. Davanti alla moschea Kaid Ibrahim, i sostenitori dei due fronti si sono lanciate pietre, dopo che uno degli imam della moschea ha invitato i fedeli a votare ‘sì’. Secondo la tv satellitare al-Jazeera si contano almeno 13 feriti, mentre molte auto sono state date alle fiamme.
Manifestazione dei gruppi dell’opposizione anche davanti al palazzo presidenziale e nella simbolica piazza Tahrir al Cairo, icona della rivolta anti Mubarak, per dire ‘no’ alla bozza di Costituzione. Nella capitale egiziana in scena anche la ”manifestazione del milione”, indetta dai rappresentanti dei Fratelli Musulmani in sostegno del presidente Mohammed Morsi e della Costituzione.
La principale coalizione dell’opposizione, il Fronte di Salvezza Nazionale, ha chiesto di votare “no” al referendum costituzionale. Ancora ieri il leader dell’opposizione e Premio Nobel per la pace Mohammed ElBaradei ha chiesto a Morsi di posticipare il voto, mettendo in guardia dal rischio di una ”guerra civile”.
Il referendum si terrà in due fasi: domani in 27 province, tra cui quella del Cairo, e il 22 dicembre nelle rimanenti. Se la bozza di Costituzione sarà bocciata si terrano elezioni entro tre mesi per eleggere una nuova Assemblea Costituente. Il ministero dell’Interno egiziano adotterà, come riferisce il portavoce, il generale Osama Ismael, citato dal sito del quotidiano ‘Ahram’, “tutte le misure necessarie” per evitare il “sabotaggio” del referendum.
Secondo Ismael, le autorità egiziane faranno il possibile per “bloccare” tutti gli eventuali tentativi di disturbare le operazioni di voto o influenzare gli elettori. Per evitare incidenti, è previsto un imponente dispiegamento delle forze di sicurezza, coadiuvate dall’esercito, intorno ai seggi delle città dove si voterà domani.