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Berlusconi, monologo di 80 minuti a Canale5. Alla D’Urso prostrata: “Poi mi domandi…”

Berlusconi, monologo di 80 minuti a Canale5. Alla D’Urso prostrata: “Poi mi domandi…”

Un’”intervista” di 80 minuti, totalmente a senso unico con una Brbara D’Urso, conduttrice di Domenica Live su Canale 5, che fa da spalla a Berlusconi fornendo assist, sgranando gli occhi e stando ben attenta a seguire la scaletta tanto cheil Cavaliere, a ridosso dello stacco pubblicitario, si lascia sfuggire un “Poi mi domandi..”"Se Monti vuole fare il federatore (dei moderati, ndr) io mi ritiro e lui sarà il nostro candidato”. Silvio Berlusconi torna a ribadire la posizione del Pdl in attesa che il premier, che oggi si è trattenuto per più di un’ora a colloquio con Napolitano, dia una risposta. ”Io – spiega Berlusconi – resto il presidente del più grande partito del centrodestra e farei campagna elettorale per il Pdl e per tutto l’arco dei moderati”.
Ma finché Monti non deciderà, “io sono in campo”, dopo un ”triplo passo indietro” per consentire a Casini di aggregarsi ai moderati e il suo no ”io sono tornato a essere, e sono, il candidato alla presidenza del Consiglio”. ”Non vedo altre possibilità che quella di ritornare in campo” in prima persone, anzi ”c’è una possibilità”, quella che Monti ”dica sì”. Magari accettasse” e con lui ”e un sostegno politico” i moderati possono vincere le elezioni.
”Tutti i miei figli sono contrari” al mio ritorno in campo, rivela, e mi dicono ”alla tua veneranda età” è meglio che ti dedichi alle cose che ti piacciono. Ma ”io sono disperato, lo faccio perché s’ha da fare…”.
“Siamo esattamente nella situazione del ’94. Anche allora ebbi tutti contro, in famiglia, fra gli amici e in azienda” rispetto alla discesa in politica, afferma ricordando il rischio all’epoca che gli eredi del Pci prendessero il potere in Italia. “Non mi piace assolutamente restare in politica ma lo devo fare, sono disperato, sennò l’Italia finisce in mano ad una sinistra che temo moltissimo: hanno eletto Bersani, ultimo rappresentante del vecchio Pci”. Per il Cavaliere il comunismo esiste ancora in quanto “governa un miliardo di persone”, dice riferendosi alla Cina. Per i comunisti, che vedono la politica come la necessità di “creare la Gerusalemme in terra, c’è il dovere di fare fuori ogni avversario che si oppone a tale disegno. E questo spiega l’acredine e l’odio con cui chi viene da quell’esperienza affronta gli avversari”.
In attesa che Monti sciolga la riserva, Berlusconi parla già del programma: “L’Imu è un’imposta che va assolutamente abolita. Sarà il secondo punto del nostro programma”. “Se vinciamo noi, mai più imposte sulla casa”. Se il Pdl dovesse spuntarla alle urne, “posso garantire che verrà abrogata e non ci sarà mai più un’imposta sulla casa da qui in avanti”. L’Obiettivo, più in generale – spiega – sarà “diminuire la pressione fiscale, speriamo di un punto all’anno”, intervenendo “sugli sprechi e aiutando le imprese” così che “aumenti il Prodotto interno lordo”.
Il Cavaliere ripete poi il suo appello agli elettori perché votino solo per i partiti più grandi: “Ci vuole un solo partito con la maggioranza dei voti. Se gli italiani, invece, spartiscono i loro voti tra diversi piccoli partiti, resteremo eternamente un Paese ingovernabile”.
Berlusconi si scusa poi per le feste ad Arcore. “Nulla di illegale, erano solo cene eleganti. Comunque, forse devo chiedere scusa a chi si è riconosciuto in noi e lo chiedo volentieri. Ma era un momento particolare: avevo divorziato, avevo perso mia mamma e mia sorella era morta. Tornavo a casa e non c’era nessuno, mi sentivo triste…”. Quindi, annuncia: ”E’ ufficiale, mi sono fidanzato. ”Finalmente ora mi sento meno solo. Ci sono 49 anni di divario d’età tra me e lei, ha 28 anni, si chiama Francesca (Pascale, ndr). E’ una ragazza bella di fuori e ancora più bella dentro, di principi morali solidissimi, mi sta molto vicino, mi vuole molto bene e io la ricambio” ed è ”molto amica” di mia figlia Marina.
In mattinata l’ex premier aveva già anticipato il suo invito a Monti nel messaggio inviato all’iniziativa ‘Italia popolare’ che si è aperta a Roma organizzata dai montiani del Pdl, tra i quali Gianni Alemanno, Maurizio Lupi, Roberto Formigoni, Adolfo Urso, Fabrizio Cicchitto, Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Gaetano Quagliariello.
“Nell’attuale contesto – aveva affermato Berlusconi – se lo riterrà il professor Mario Monti potrà essere il federatore di questa area. Egli condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei”.
Berlusconi aveva ricordato poi che il Pdl ha sostenuto lealmente il governo Monti anche quando “non eravamo d’accordo, senza porre mai veti né ricatti, al contrario di quanto ha fatto la sinistra” ma l’azione riformatrice di questo esecutivo non ha potuto contare su una maggioranza omogenea “ma è stata spesso costretta a subire l’influenza nefasta della sinistra e della Cgil”.
“I principi che enunciate, gli impegni che prospettate, gli obiettivi che ponete sono quelli che hanno caratterizzato la nostra azione di governo, sono quelli che costituiscono parte integrante della storia che abbiamo scritto insieme dal 1994 ad oggi”.
A intervenire a Roma anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha detto: “Dividersi sarebbe una follia e questo appuntamento di oggi farà restare delusi coloro che hanno auspicato una scissione: siamo qui a riconfermare la forza del Pdl attorno a Silvio Berlusconi che ha avuto la lungimiranza di affermare che Mario Monti” può essere il federatore di un centrodestra “alternativo alla sinistra di Bersani, Vendola e la Fiom. Sta a Monti decidere se rinunciare ad offrire una alternativa a questa sinistra”.
“Due sono le strade che abbiamo davanti -spiega Alfano-: unire i moderati attorno a Monti oppure, se il Professore non vorrà cogliere questa occasione irripetibile saremo noi a riunificare in quell’area spiegando alla maggioranza degli elettori che non sono di sinistra i rischi che il Paese corre a dare a loro il governo”. Alfano è tornato sull’ultimo intervento pronunciato alla Camera con il quale il Pdl ha tolto la fiducia all’esecutivo Monti: “Quel mio intervento in Parlamento -ha spiegato Alfano- ha avuto la funzione di, speriamo, aprire una separazione tra la sinistra e Monti”.
No al malaffare, al carrierismo, no al prevalere degli interessi personali rispetto al servizio della cosa pubblica. E’ stato questo uno dei passaggi più applauditi dell’intervento del segretario del Pdl. Alfano ha sottolineato che l’antipolitica non è che “il frutto della cattiva politica”, in base a questa analisi il Pdl dovrà seguire una linea di condotta chiara: “Chi ruba vada a casa, chi interpreta la politica come arricchimento personale vada a casa, chi pensa di fare politica per fare carriera non e’ a casa sua…”.
Infine un passaggio che suona come un’ulteriore polemica nei confronti del caso Marcello Dell’Utri: “Se qualcuno si ripara dietro la persecuzione giudiziaria subita da Silvio Berlusconi per fare ingoiare di tutto al nostro partito anche lui deve andare a casa”. Per Alfano i valori del Pdl devono “camminare sulle gambe di uomini degni” e “una volta tornati in Parlamento faremo di più per tagliare i costi della politica e perché chi fa le leggi per chiedere sacrifici, i sacrifici li faccia in primo luogo lui”.