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Sequestro Calevo, anche una donna nel gruppo dei rapitori. Sarebbero venti le persone coinvolte

Una ventina di persone che nelle due settimane del sequestro di Andrea Calevo hanno avuto rapporti con Pierluigi Destri e gli altri componenti della banda di sequestratori sono in questi giorni sottoposte ad accertamenti da parte degli inquirenti. Alcune di esse potrebbero avere avuto con i rapitori rapporti di collaborazione. Tra i 21 sette o otto sono donne. Una donna era stata vista da un testimone vicino al cancello della villa di Calevo il 16 dicembre, alle 20.45, circa un quarto d’ora prima che i sequestratori facessero irruzione.
Mentre sono probabilmente già rientrati in patria i due albanesi ricercati. Gli inquirenti ritengono che il gruppo autore materiale del rapimento avvenuto la notte del 16 dicembre fosse composto da tre albanesi, dei quali uno, Simon Halilaj, è già stato arrestato. Per gli altri due, che dovrebbero avere lasciato l’Italia prima di Natale, verrà emesso un mandato di cattura internazionale.
Questa mattina Andrea Calevo è stato ospite di Uno Mattina. Nell’intervista ha raccontato come, durante la prigionia, chiuso in una cantina e incatenato, cantava per vincere la solitudine. ”Dopo cinque giorni mi sono detto: devo fare qualcosa se no impazzisco, ho cantato canzoni di Fred Buscaglione, che è un po’ il mio cavallo di battaglia, Battiato, Carrà”.
”All’inizio – ha raccontato – sembrava la tipica rapina. Mi hanno sorpreso nel viale di casa mentre uscivo dall’auto, poi sono entrati in casa, hanno legato anche mia madre, hanno fatto la tipica rapina che si fa in casa e dopodiché mi hanno detto ‘tua mamma resta qua, tu vieni con noi e ti liberiamo tra qualche chilometro.. Dopo dieci minuti mi sono ritrovato in una stanza. Credevo in un sequestro lampo”.
Poi ”è entrato un uomo con il volto coperto, parlava con un accento meridionale che non so se era imitato”. Calevo è stato minacciato in alcune occasioni: ”Mi hanno detto di non urlare, una volta mi hanno minacciato di spararmi in faccia o a una gamba”. Quanto a Destri, il settantenne considerato l’ideatore del sequestro: non lo conosco, mi hanno detto che era un piccolo cliente e quindi non aveva rapporti diretti con me”.
Quanto ai rapitori, Calevo li bolla come poco professionali. ”Dal secondo giorno – ha spiegato – ho capito che non erano professionisti, commettevano molti errori, per esempio mi davano troppa confidenza, parlavano molto, raccontavano cose che un rapitore professionale non avrebbe detto”.
I sequestratori, comunque, ”venivano sempre con il volto coperto, armati, con i guanti, i passamontagna, prima che entrassero sentivo lo scatto dell’arma”. Le visite nella cantina-prigione non erano frequenti: ”i primi giorni venivano due volte al giorno, poi via via che passavano i giorni sempre meno, una volta al giorno, sono stati anche un giorno e mezzo senza venire”.
Negli studi della Rai il giovane imprenditore ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Monti, anche lui ospite della trasmissione. “Lo Stato è al servizio dei cittadini e questa p una bellissima dimostrazione di sinergia e efficienza delle forze dell’ordine”, ha detto il premier nel suo intervento.
“Esprimo gioia e soddisfazione ma in un momento preelettorale non ritengo di volere utilizzare questo incontro rendendo pubblica la nostra conversazione”, ha spiegato ancora Monti che insieme a Calevo ha anche dato una breve dichiarazione al Tg1. Il presidente del Consiglio ha poi postato una foto dell’incontro su Twitter.