Liste elettorali, clonati i simboli di Monti, Grillo e Ingroia: scoppia il caso al Viminale

Dopo file iniziate già da giorni, sono stati depositati ed esposti in bacheca al Viminale i primi simboli elettorali per le elezioni politiche. I più ‘veloci’, sono stati gli esponenti del Maie, Movimento associativo italiani all’estero.
Al secondo posto risulta un Movimento 5 stelle ma non è quello fondato e guidato da Beppe Grillo, anche se ne riprende quasi esattamente la scritta con la V in rosso e le 5 stelle di un giallo leggermente più scuro. L’autentico simbolo del Movimento 5 stelle con la scritta Beppe Grillo.it risulta al sesto posto. “C’è un simbolo farlocco del M5S che qualcuno ha presentato prima di noi. Come è possibile? chi c’è dietro?”, si chiede Grillo sul suo blog postando un’immagine che mostra insieme il simbolo ‘falso’ e quello ufficiale del Movimento.
Analoga questione di ‘copyright’ si ripropone con il simbolo al terzo posto che riporta la scritta Rivoluzione civile e riproduce stilizzato il quadro del Quarto Stato, simile in tutto al Movimento arancione guidato dall’ex pm di Palermo Antonio Ingroia, salvo per il fatto che il nome del magistrato non compare nel simbolo, mentre è presente in quello ‘autentico’, al ventiduesimo posto nella bacheca affissa al Viminale.
Al quarto posto figura il Partito pirata con il classico teschio e due spade incrociate e al quinto la fiamma verde, bianca e rossa del Msi, Movimento sociale italiano destra nazionale. Ma sulla bacheca del ministero dell’Interno ben tre i contassegni elettorali esposti con bandiere nere, teschi e tibie incrociate: due ‘Partito Pirata’ e un ‘Movimento Pirata’. Le formazioni omonime si danno battaglia rivendicando ciascuna di essere la vera ‘ciurma’ in corsa per abbordare il Palazzo. Il Movimento Pirata ha come simbolo una vela nera, lo stesso che compare nel simbolo del Partito Pirata però in piccolo su fondo arancione e sormontato da un teschio con due spade incrociate. C’è poi un secondo Partito Pirata con la vela del simbolo su fondo arancio. Molto meno aggressivo, poi, il simbolo scelto dalla lista PPL ovvero Pane Pace Lavoro: una zattera con cinque tronchi verdi e una vela rossa.
Occupa il settimo posto il simbolo con la scritta ‘Monti presidente per l’Europa’, con il cognome a caratteri cubitali e in alto a sinistra un cuoricino con i colori della bandiera europea. A presentarlo è un piemontese delle Langhe che si chiama Samuele Monti, consigliere comunale a Frabosa Soprana in provincia di Cuneo. Subito dopo, all’ottavo e al nono posto, gli ‘autentici’ contrassegni che si richiamano a Mario Monti: il primo con la scritta ‘Con Monti per l’Italia’ per il Senato, il secondo identico ma con la dicitura ‘Scelta civica’ sopra il tricolore per la Camera.
Una croce rossa su fondo bianco posta in orizzontale e sormontata dalla scritta Maroni presidente è invece il simbolo, senza alcun riferimento alla Lega nord, presentato dall’esponente leghista Roberto Calderoli e che occupa il 40esimo posto. “Ci sarà anche il simbolo tradizionale della Lega nord -dichiara Calderoli- che presenteremo domani”. “Perché questa duplice scelta? Chiariremo tutto domenica dopo le 16, termine ultimo per la presentazione dei simboli al ministero dell’Interno”, si limita a spiegare Calderoli che conclude: “A Maroni dirò ‘missione compiuta’…”.