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Crisi Francia-Mali, jihadisti minacciano di colpire il cuore del Paese

La Francia ha attaccato l’Islam. Noi colpiremo il cuore della Francia”. E’ la minaccia del Movimento per l’unicità e il jihad in Africa occidentale (Mujao) dopo l’avvio dell’intervento francese in Mali. Abu Dardar, uno dei leader del Mujao citato dal sito web del giornale Le Nouvel Observateur, ha precisato che l’obiettivo è ”colpire” la Francia ”ovunque”, a ”Bamako, in Africa e in Europa”.
Il Mujao, una delle sigle islamiste che dallo scorso aprile occupano il nord del Mali, ha deciso di “chiudere i confini con Niger e Burkina Faso e disseminare di mine la frontiera” con questi due Paesi, che hanno dichiarato il loro sostegno all’intervento militare che la Francia sta portando avanti ormai da quattro giorni contro questi gruppi armati. In una nota, l’emiro del Mujao, Aboul Walid al-Sahrawi, ha spiegato che l’organizzazione intende “trascinare” i Paesi africani che appoggiano l’operazione e la Francia in un conflitto “che non finirà presto”.
Niger, Burkina Faso e altri Stati della Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale (Ecowas) hanno annunciato l’intenzione di inviare truppe in Mali per sostenere gli sforzi dell’esercito governativo nella lotta ai gruppi estremisti islamici, che la settimana scorsa si sono spinti sotto la linea di demarcazione della loro area di influenza ingaggiando scontri con le forze regolari nella località di Konna, non lontano dalla strategica Mopti e da Sevarè, dove si trova un’importante base militare.
Il Mujao “inizierà a inviare rinforzi militari per far fronte agli eserciti dei Paesi della cerchia apostata che agisce per conto dei crociati”, ossia gli Stati occidentali, avvertendo che questa guerra “non finirà presto”, si legge nella nota. “Il primo atto di questa guerra contro i crociati e i loro agenti è iniziato nell’Azawad (ossia il nord del Mali, ndr) e per i miscredenti e gli apostati sarà la sconfitta, come è accaduto in Afghanistan, Iraq e Somalia”, si conclude il comunicato.
La durata dell’intervento francese in Mali “è questione di settimane”, ha detto il ministro dgeli Esteri francese Laurent Fabius, spiegando che il suo Paese “doveva intervenire urgentemente, altrimenti non vi sarebbe più stato il Mali, ma uno stato terrorista”. Intervenuto ieri sera in un programma della rete televisiva Rtl, Fabius si è felicitato con l’Algeria “che ha autorizzato il sorvolo del suo territorio e che ringrazio”.
L’invio di truppe francesi nel paese africano, ha detto, si è svolto nel quadro delle risoluzione Onu e “non vi è nessuno Stato che abbia protestato”. Anzi vi è “il sostegno pratico” di Gran Bretagna, Danimarca e altri paeasi come gli Stati Uniti.
Il portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton, ha chiarito che ”l’Unione Europea non ha intenzione di dare alcun ruolo di combattimento alla missione di addestramento delle forze maliane che inizierà a “febbraio-marzo”.
La Nato ha precisato di non aver ricevuto alcuna richiesta di assistenza dalla Francia. “Noi accogliamo con favore lo sforzo della comunità internazionale a sostegno dell’attuazione della risoluzione 2085 delle Nazioni Unite – ha commentato la portavoce dell’Alleanza atlantica, Oana Lungescu – La Francia ha avviato un’azione rapida per bloccare l’offensiva dei gruppi terroristici in Mali”.
L’auspicio della Nato è che “questi sforzi permettano di ripristinare lo Stato di diritto in Mali”. La portavoce ha quindi sottolineato che l’operazione in corso “è stata decisa dal governo francese, la Nato non è coinvolta, non c’è stata una discussione in seno all’Alleanza riguardo a questa crisi”.
Intanto, è di ”oltre 60 jihadisti”uccisi il bilancio dei bombardamenti francesi di ieri sulla zona della città di Gao, nel nord del Mali. Lo riferisce il sito web del giornale Le Nouvel Observateur, che cita abitanti e responsabili della sicurezza locale.