Algeria, strage per liberare i rapiti: nel raid almeno 30 morti tra terroristi e ostaggi

Algeria, strage per liberare i rapiti: nel raid almeno 30 morti tra terroristi e ostaggi

Sarebbero 35 gli ostaggi e 15 i militanti jihadisti uccisi in un raid dell’aviazione algerina sull’impianto per l’estrazione di idrocarburi di In Amenas, nel sud est dell’Algeria, preso d’assalto ieri da un gruppo armato. Lo riferisce l’agenzia mauritana Ani, che e’ in contatto telefonico con uno degli uomini del commando che ha preso gli ostaggi nell’assalto di ieri. Tra le vittime ci sarebbe anche il leader del commando, Aboul Baraa. La fonte di Ani ha aggiunto che faranno saltare in aria tutti gli ostaggi se l’esercito algerino si avvicina ulteriormente al luogo in cui sono rinchiusi.
L’esercito algerino aveva sferrato l’attacco contro i sequestratori in mattinata, circondandoli. In risposta, il gruppo armato aveva minacciato di uccidere uno degli ostaggi britannici se l’esercito non si fosse fermerà. Quindici rapiti, tutti occidentali, erano riusciti a scappare. Poco prima erano fuggiti anche 30 algerini, che facevano parte di un gruppo di circa 150 persone, tutte del Paese, fermate ieri.
Tramite la tv satellitare tre dei 41 ostaggi avevano poi rivolto un appello telefonico chiedendo il ritiro dei militari algerini che circondano il sito. Si sono presentati come un britannico, un irlandese e un giapponese e hanno parlato a turno supplicando le autorità algerine di smettere di sparare contro i rapitori e di ritirarsi, favorendo così i negoziati. Il loro appello segue quello di uno dei rapitori, anche lui contattato telefonicamente da al-Jazeera, che si è presentato con lo pseudonimo Abou al-Baraa. “Chiediamo il ritiro dell’esercito algerino – ha detto il terrorista – per permettere l’avvio di negoziati”.
Secondo quanto ha affermato un ostaggio francese contattato telefonicamente dall’emittente France24 il gruppo armato ha inoltre costretto alcuni di loro a indossare una cintura esplosiva, per scoraggiare un eventuale blitz delle forze di sicurezza algerine. La tv ha precisato di non sapere se l’ostaggio parlava sotto minaccia. L’uomo ha confermato che con lui sono detenuti cittadini britannici, giapponesi, filippini e malesi.
Complessivamente tra le persone sequestrate vi sono quattro americani, cinque giapponesi, tredici norvegesi, due britannici, due malesi, due filippini e un irlandese. Quanto alla presenza di francesi, il presidente Francois Hollande non ha confermato che vi siano ostaggi di questa nazionalità. Ieri i sequestratori hanno chiesto la ”fine immediata dell’intervento militare francese in Mali”.
L’impianto di In Amenas dista 1.600 chilometri a sud-est di Algeri e si trova nei pressi del confine con la Libia. Vi lavorano, oltre all’algerina Sonatrach, anche il colosso britannico British Petroleum e la società norvegese Statoil.
Parlando alla televisione di Stato, il ministro degli Interni algerino Dahou Ould Kablia ha ribadito che Algeri non tratterà con i ”terroristi”. Kablia ha quindi precisato che gli assalitori sono ”circa 20 uomini della regione”, smentendo le indiscrezioni secondo cui i rapitori provengano dal Mali o dalla Libia. Il ministro degli Interni ha sostenuto che il gruppo e’ guidato dal miliziano islamico Mokhtar Belmokhtar.
Mentre i militanti somali Shabab hanno annunciato di aver giustiziato l’ostaggio francese Denis Allex, dopo che sabato scorso è fallito un blitz militare per liberarlo. L’annuncio è arrivato con un ‘tweet’ dei rapitori, in cui si spiega che l’esecuzione dell’agente dei servizi segreti francesi è avvenuta ieri. Le autorità di Parigi davano invece Allex per morto nel blitz di sabato.