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Casini: Non andremo mai al governo con Vendola, la pensiamo diversamente su Tav, pensioni e art. 18

“Mai come in questo momento mi trovo in perfetta sintonia con Vendola. Da qualche giorno siamo molto legati politicamente, perché entrambi riteniamo assolutamente inverosimile che possiamo sederci insieme in un governo”. Lo ha detto Pier Ferdinando Casini, ospite di Omnibus su La7. “Ho detto per primo che era fantascienza e lui mi ha dato ragione, per cui su una cosa siamo d’accordo. Non perché mi sia antipatico, ma perché dall’articolo 18 alla Tav alla riforma delle pensioni, la pensiamo diversamente”.
Per quanto riguarda la frase del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui il leader dem guarda in faccia la gente mentre Monti la guarda dall’alto, per Casini si tratta di una “bella trovata pubblicitaria – ha commentato – ma la questione è un’altra ed è che Monti da’ un immagine di diversità e verità e deve continuare a darla. Chi cerca un uomo di spettacolo non voti Monti, perché Monti è altra cosa. Chi vota Monti e le liste a lui collegate vota qualcuno che in Europa e nel mondo canta fuori dal coro rispetto agli altri spartiti all’opera”.
Inoltre, “non c’è stata nessuna trattativa e nessuna quota, ci scriveremo tutti al gruppo ‘Monti per l’Italia’ per cui francamente è una contabilità che non abbiamo tenuto perché non sarebbe nello spirito di tutto quello che stiamo facendo; che è mettere insieme la buona politica e la società civile” ha detto il leader dell’Udc, che in merito alla presenza dei senatori Udc nella lista Monti ha sottolineato che “il problema delle quote non esiste”, ricordando “ha fatto le liste e ha concorso a farle”.
“Aver accettato che i simboli di Monti al Senato e alla Camera fossero identici ci porta, come è evidente, delle difficoltà alla Camera, perché tutti sanno che io che sono candidato al Senato per la lista di Monti e mi trovo a dover propagandare un simbolo che è identico a quello concorrente al mio partito alla Camera, ma tutto questo fa parte di un discorso che non ci interessa, perché alla Camera marciamo divisi per colpire uniti, per cui – ha concluso Casini – non conta se poi qualcuno ha di più o di meno”.