Grilli: Non serviranno manovre correttive l’Italia è molto cambiata

L’Italia è “un Paese che sta cambiando profondamente, con modifiche non reversibili”. E’ quanto ha rivendicato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, parlando davanti alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, riferendosi all’opera di risanamento dei conti pubblici.
“Oggi l’Italia è un Paese diverso”, ha sottolineato Grilli nell’audizione a Bruxelles, ricordando “l’azione incisiva del governo”. Tuttavia la strada del risanamento e delle riforme “non è ancora conclusa”, ma “sono sicuro che tutte le istituzioni responsabili sapranno continuare questo importante lavoro”.
Mostrandosi più ottimista della Banca d’Italia, Grilli ha poi sottolineato che la recessione in Italia “dovrebbe terminare nel primo semestre dell’anno, con una ripresa maggiorata nella restante parte” del 2013 grazie al “contributo che arriverà da esportazioni e investimenti”.
Il ministro ha quindi assicurato che all’Italia non servono nuove manovre, perché l’obiettivo per il 2013 è di pareggio strutturale, non nominale. Per l’anno in corso, ha spiegato, “l’obiettivo di bilancio in pareggio non è zero in termini nominali, ma strutturali, aggiustato per il ciclo”. Per cui, ha sottolineato, “se ci fosse un peggioramento ulteriore rispetto a quello già previsto, si rifletterebbe anche nel nostro obiettivo di bilancio, quindi non ci sarebbe necessità di alcuna manovra correttiva” e, “come non l’abbiamo rifatta noi, spero non la rifarà anche il prossimo governo”.
Non solo. Grilli parla anche di una riduzione degli oneri fiscali che “è non solo possibile ma assolutamente auspicabile”. “Quando abbiamo presentato la legge stabilità – ha detto – il nostro obiettivo era quello di cominciare la riduzione dell’imposizione fiscale, attraverso l’unico strumento possibile, quello di riduzione della spesa pubblica”. Alla domanda se nella revisione degli oneri fiscali possa rientrare anche l’Imu, Grilli ha replicato: “Come i prossimi governi vorranno ridistribuire il carico fiscale è una questione veramente ad alto contenuto politico, quindi la lascerò al prossimo governo”.
Quanto alle politiche di austerità “la stabilizzazione fiscale è certamente una pillola amara”, ha detto, e in questo contesto, rispetto ad altri Paesi, “ritengo che l’Italia avesse poca scelta, perché è impossibile costruire una strategia di crescita credibile senza mercati stabilizzati, era come costruire una casa sulla sabbia”. Dunque, ha ricordato Grilli, nei mesi scorsi “la prima emergenza era quella di ridare fiducia ai mercati sul nostro Paese, la prima priorità era di ristabilire l’Italia come debitore credibile”.
Tra l’altro, ha osservato il ministro, non solo “era inevitabile la stabilizzazione dei conti, ma anche la velocità con cui questa viene raggiunta, per cui l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2013 era visto come il segnale fondamentale, la chiave di lettura che i mercati volevano avere”. “L’austerità – ha concluso – non è un fine, ma un mezzo per poi costruire la crescita”.