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Istat, dati drammatici: il Paese è in affanno. Aumenta la povertà, diminuisce l’assistenza. Sempre più giovani senza lavoro

Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1%: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6% della popolazione residente.
Lo rileva l’Istat nel Rapporto ‘Noi Italia’ sottolineando che la povertà assoluta coinvolge il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui.
Dati negativi anche per quel che riguarda l’occupazione. Nel 2011 in Italia è occupato il 61,2% della popolazione tra i 20 e i 64 anni, solo un decimo di punto in più rispetto al 2010.
Ancora penalizzate, secondo il rilevamento, le donne. Ad avere un lavoro è solo il 49,9%, contro il 72,6% degli uomini. Il 13,4% dei dipendenti ha un contratto a termine, valore di poco inferiore alla media europea. La quota di occupati a tempo parziale è pari al 15,5%. Entrambe le tipologie contrattuali sono più diffuse tra le donne. Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e 64 anni non subisce variazioni rispetto al 2010, attestandosi al 37,8%, valore tra i più elevati d’Europa.
Raggiunge il livello più alto dell’ultimo decennio la disoccupazione di lunga durata (che perdura cioè da oltre 12 mesi) che nel 2011, ha riguardato il 51,3% dei disoccupati nazionali. Cresce per il quarto anno consecutivo il tasso di disoccupazione giovanile italiano (15-24 anni) arrivando al 29,1% e superiore a quello medio dell’Unione europea (21,4%). La quota di unità di lavoro irregolari è pari al 12,2% (2011). Il Mezzogiorno registra l’incidenza del lavoro non regolare più elevata del Paese, oltre il doppio rispetto a quella del Nord; a livello settoriale, nell’agricoltura quasi un quarto dell’occupazione è non regolare.