Restituzione dell’Imu, Monti ironizza: E’ una polpetta avvelenata

“Temo non ci sia spazio per restituire quanto è stato pagato dai contribuenti allo Stato”. Lo ha detto Mario Monti all’hangout di Google+ con ‘la Stampa’ e La7 parlando della proposta shock di Berlusconi di eliminare l’Imu e restituire quanto versato nel 2012. “Sembra una bella promessa ma è una polpetta avvelenata – ha aggiunto il presidente del Consiglio -. Ci sarebbero conseguenze finanziare che sono già quelle che oggi determinano i primi segni di turbolenza nei mercati”.
“Spero che le convulsioni di promesse millenaristiche non rideterminino un colpo di coda della crisi – ha osservato -, per questo vedo con preoccupazione il rialzo dello spread”.
Meno tasse “è possibile”, ha poi ripetuto Monti respingendo l’accusa di essere su questo argomento un ‘voltafaccia’ dopo quanto fatto dal suo governo. “Se un medico somministra una dura terapia al malato per superare la malattia e quando finisce la malattia passa ad una cura ricostituente lo si accusa di essere un voltafaccia? Ora c’è qualche spazio per ridurre gradualmente e responsabilmente le tasse se si riduce la spesa pubblica”, ha spiegato il premier.
“Lo spazio per ridurre le tasse non è indipendente dalla credibilità di un governo – ha aggiunto -. Se un governo è considerato dai mercati interni e internazionali credibile per le prove date in passato lo spread e i tassi saranno meno alti, lo Stato risparmierà e trasformerà in minori esborsi quella credibilità e potrà permettersi di ridurre le tasse”.
Poi, parlando degli scenari post-elettorali, Monti ha osservato: “Le alleanze sono una cosa necessaria” ma vengono dopo il voto. ”Adesso ognuno deve presentare i contenuti del proprio disegno di società per il futuro e dopo si vedrà”, ha spiegato. “Io ho detto una sola cosa: escludo di partecipare a un governo dove non siano prevalenti programmi riformatori e vere riforme strutturali”, ha aggiunto il premier.
“Non sono salito in politica per essere l’ancora di salvezza di Casini e Fini, non credo ne avessero bisogno”, ha poi precisato. “Casini e Fini, al di là della loro anzianità politica, sono stati tra i primi a vedere i limiti del bipolarismo e quelli che hanno obiettato meno alle proposte del mio governo”, ha osservato il premier parlando anche dell’ipotesi di una iniziativa comune in campagna elettorale: “Non so se la faremo, siamo sparpagliati sul territorio per cercare di parlare con più elettori possibile”.