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Berlusconi: la Minetti è stata una scelta difficile, gli italiani preferiscono la Bindi

La ‘salita’ in politica di Mario Monti resta ”qualcosa di molto strano”, ma, ”alla fine, è stato meglio così, che tutto si appalesasse. Dopo un lungo flirt a distanza Monti e Bersani si sono uniti in matrimonio, con la benedizione della signora Merkel e del suo ministro Schauble. Monti, quindi, è diventato un politico come gli altri e ora sembra che la sua massima aspirazione sia fare il collaboratore di Bersani”. Così Silvio Berlusconi a ‘Coffee Break’ su La7.
”Il mio avversario politico è la sinistra e il leader della sinistra è Bersani – rimarca – Quanto a Monti, oggi votando lui si dà un voto a Bersani…”.
”Non sono un populista, sono un moderato – afferma ancora Berlusconi – Populista è Grillo e non credo che si offenda se lo dico”. Il Cavaliere boccia il Grillo televisivo e critica quello delle piazze: ”Non ha la fisicità adatta” per la tv e ”usa un copione preciso in tutti i suoi comizi, anche quando sembra che improvvisi una battuta”.
Poi un nuovo affondo a Fini (”è il più grande traditore che si sia mai avuto in politica”, ”si è condannato a una inesistenza assoluta con il suo partitino che è allo 0,7%”) e un altro contro Oscar Giannino: ”E’ un liberale molto narciso che è stato colpito dalle luci della tv”.
Berlusconi torna anche a parlare di Nicole Minetti. La scelta di candidarla al Consiglio regionale della Lombardia “è stata una scelta non felice” ma “le colpe non sono tutte sue. Comunque in Italia è difficilissimo per una bella donna fare politica, anche perché gli italiani preferiscono la Bindi…”. La conduttrice della trasmissione gli chiede se c’è proprio bisogno di chiamare in causa la parlamentare del Pd e il Cavaliere replica: “Lo faccio perché è la vicepresidente del governo che ha in animo Bersani…”.
Berlusconi torna poi sulla proposta di 4 milioni di nuovi posti di lavoro. Era una “idea e un auspicio”, dice, ”fatta in un discorso di due ore rivolto ai giovani. Con questo governo tecnico siamo arrivati a 37 giovani su 100 che cercano il lavoro. Con noi il tasso era collocato al 26%. A me è venuta semplicemente un’idea, nessun governo ha la bacchetta magica per creare 3-4 milioni di posti di lavoro…”.
Quanto all’amnistia, “io sono convinto che sarebbe una cosa buona” concederla, ma “per farla servono i due terzi dei voti del Parlamento e non so se si possono raggiungere”. Se dovesse vincere le elezioni la proporrà? “Bisogna vedere concretamente e realisticamente se si possono trovare i voti in Parlamento”, replica l’ex premier che aggiunge: se gli italiani daranno al Pdl la maggioranza “potrei proporla nei primi cento giorni”.