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Sanremo, ascolti record per la serata storica. Luciana “vintage”. Tra i giovani vince Maggio

Sanremo, ascolti record per la serata storica. Luciana “vintage”. Tra i giovani vince Maggio

È Antonio Maggio con la canzone ‘Mi servirebbe sapere’ il vincitore della sezione Giovani del 63esimo Festival di Sanremo.
Renzo Rubino con la canzone ‘Il postino (amami uomo)’ ha vinto, invece con 27 voti, il Premio della Critica ‘Mia Martini’ – sezione Giovani. Il premio per il miglior testo, sempre della sezione Giovani, assegnato dalla Giuria di Qualità, è del Cile, con il brano ‘Le parole non servono più’.
La quarta serata del Festival si apre con delle immagini dell’Istituto Luce sulle prime edizioni di Sanremo la serata amarcord del festival. Poi entrano in scena Fazio e Littizzetto e Luciana indossa un abito identico a quello indossato da Nilla Pizza nel primo festival del ’52 quando cantava ‘Papaveri e papere’.
Ad aprire la carrellata di canzoni della storia della kermesse è una deliziosa Malika Ayane. L’artista esegue ballando con Paolo Vecchione e Thomas Signorelli ‘Cosa hai messo nel caffè’. Portata al successo nel 1969 da Riccardo Del Turco, al suo debutto al festival dopo il successo di ‘Luglio’. Inizialmente il brano, che si piazzò al 14esimo posto, doveva chiamarsi ‘Il veleno nel caffè’.
Daniele Silvestri, con l’orchestra diretta da Mauro Pagani, canta ‘Piazza Grande’ (“un modo per rimanere in piazza”, dice il cantante riferendosi al brano sul diritto di sciopero che canta in gara, ‘A bocca chiusa’) ed è l’occasione per ricordare Lucio Dalla, cui proprio oggi è stata intolata la sala stampa Radio Tv di Sanremo. Lucio Dalla la portò a Sanremo nel 1972, l’anno dopo il successo di 4/3/1943. Il brano, che doveva essere interpretato inizialmente da Gianni Morandi, si classificò all’ottavo posto. Dalla, accompagnato sul palco da tre chitarristi, fu presentato da Mike Bongiorno come ‘l’uomo dal berretto d’oro’.
Annalisa ed Emma propongono una versione attualizzata e particolarmente ‘aggressiva’ di ‘Per Elisa’, canzone vittoriosa nell’edizione 1981 grazie all’interpretazione di Alice, alla sua seconda partecipazione al Festival.
Poi parte uno dei più bei duetti della serata, quello dei Marta sui Tubi con Antonella Ruggiero per ‘Nessuno’, canzone con cui Betty Curtis debutto’ al Festival nel 1959. Il brano, interpretato nell’edizione anche da Wilma De Angelis, fu poi ripreso nell’indimenticabile interpretazione di Mina. Si parlò di un tentativo di sabotaggio perché, secondo le leggende del Festival, Betty Curtis prima di entrare in scena ricevette un bigliettino contenente una polverina che avrebbe dovuta farla starnutire. Il brano si classificò all’ottavo posto.
Applauditissima la versione jazz che Raphael Gualazzi propone di ‘Luce’ con cui Elisa partecipò e vinse a Sanremo nel 2001 (al suo primo disco in italiano dopo grandi successi in inglese). Il pezzo non ha più niente dell’originale, tranne il testo. Alla fine il teatro Ariston esplode in un lungo applauso.
Fedelissima all’originale invece la versione di ‘Io che non vivo’ proposta dai Modà, che è uno degli esempi più eclatanti di brani che trovano successo ovunque ma non a Sanremo. Pino Donaggio la portò al Festival nel 1965, abbinata alla cantante country americana Jody Miller. Il brano si classificò solo settimo ma si impose poi nel mondo con versioni di Mina, Dusty Springfield e Elvis Presley, con il titolo ‘You Don’t Have To Say You Love Me’.
Nella serata vintage Fazio ha voluto ricordare anche il festival passato alla storia come l’edizione dei ‘figli di’ e lo fa con i protagonisti di quel Sanremo: Gianmarco Tognazzi, Danny Quinn, Rosita Celentano e Paola Dominguin.