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Berlusconi in trincea: “Vogliono arrestarmi” e minaccia: “Quirinale al Pd, battaglia in piazza”

Berlusconi in trincea: “Vogliono arrestarmi” e minaccia: “Quirinale al Pd, battaglia in piazza”

Vogliono arrestarmi. Silvio Berlusconi parla durante la riunione del gruppo Pdl a Montecitorio. Il Cavaliere teme per i suoi processi e se la prende con i soliti pm politicizzati: c’è un’associazione a delinquere dentro la magistratura. Poi pronostica per sè la fine di Bettino Craxi: “Vogliono farmi fare la fine di Bettino, siamo all’ultimo attacco alla mia liberta’ personale!”. Nuovi attacchi alla magistratura che trovano la replica prima del vicepresidente del Csm Michele Vietti (“Faccio un appello a moderare toni e gesti e ritrovare uno spirito di leale collaborazione”) poi quella del presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli (da Berlusconi “insulti inauditi e intollerabili che costituiscono un attacco all’autonomia e all’indipendenza della magistratura”).

Tra i punti toccati dal Cavaliere il nodo dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. “Abbiamo suggerito che il presidente della Repubblica potesse essere espressione dei moderati. E Bersani, di contro, ha respinto questa ragionevolissima proposta come fosse uno scambio indecente, anche se la nostra coalizione ha preso il 30% dei voti”, avrebbe detto Silvio Berlusconi parlando al gruppo del Pdl di Montecitorio. Se al Quirinale ci sarà un uomo di sinistra o un montiano, siamo pronti da dare battaglia nelle aule parlamentari e in piazza, avrebbe tuonato Berlusconi, minacciando il voto anticipato.

Poi guarda agli scenari che si apriranno da mercoledì con le consultazioni del Quirinale. Chi andrà al governo sarà costretto ad approvare provvedimenti impopolari. Il Cavaliere è convinto che Pier Luigi Bersani avrà l’incarico da Napolitano e forse riuscirà a incassare la fiducia in Parlamento grazie al sostegno dei montiani e dei grillini. L’ex premier pronostica, però, vita breve al futuro esecutivo targato Pd: lasciamoli fare, Bersani si illude, vedrete che così non andrà tanto lontano.

Poi lancia il suo altolà per la partita che a lui interessa di più, quella del Colle, perché senza le adeguate garanzie su un capo dello Stato e presidente del Csm super partes, non avrà vita facile con i soliti magistrati politicizzati. Dobbiamo comportarci come se fossimo già in campagna elettorale, avrebbe detto il capo del Pdl, citando alcuni punti sui quali insistere: l’abolizione dell’Imu, la defiscalizzazione per le imprese che assumono; la cancellazione del redditometro e la possibilità che qualora si apra un’impresa (a tal proposito avrebbe fatto l’esempio di un ristorante) i controlli vengano fatti solo dopo l’apertura abbattendo la burocrazia.