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Violenza e follia Usa, 3 ragazze rapite e segregate per 10 anni in casa: sono state liberate da un vicino

Tre donne, scomparse da anni a Cleveland, sono state ritrovate vive dalla polizia dopo che una di loro e’ riuscita a scappare dalla casa dove sono state tenute prigioniere dai loro rapitori. E’ stata Amanda Berry (foto), scomparsa nel 2003 quando aveva 17 anni mentre stava tornando a casa dal lavoro, a riuscire a scappare dalla loro prigione.

“Aiutatemi, sono Amanda Berry, sono stata rapita, sono scomparsa da 10 anni, ora sono qui e libera”, ha detto la donna alla polizia chiamata dalla casa del vicino che l’ha aiutata a scappare dalla casa, dopo aver notato una donna che chiamava aiuto da una finestra (La telefonata al 911/Audio). La polizia è immediatamente intervenuta liberando la altre due donne: Gina DeJesus che era scomparsa nel 2004 quando aveva 14 anni e Michele Knight, scomparsa nel 2002 all’erta’ di 21 anni. Il vicino che ha aiutato la Berry a fuggire ha detto di non aver mai avuto il sospetto che vi fosse qualcun altro nella casa dell’uomo dove si era recato a volte per dei picnic nel giardino. La casa-prigione delle tre donne si trova in un quartiere, a maggioranza ispanico, poco distante dai luoghi della loro scomparsa.

Erano tenute segregate da un autista di scuola bus, Ariel Castro, 52 anni, arrestato insieme a due suoi fratelli.  L’incredibile storia che ha ampio risalto su tutti i notiziari americani ha per protagoniste Gina De Jesus, 23enne rapita nel 2004, Amanda Berry oggi 26enne, che aveva fatto perdere ogni traccia nel 2003, Michelle Knight, 30 anni, scomparsa nel 2001. Casi analoghi, ma ognuno diverso dall’altro, che nessuno poteva immaginare fossero legati dallo stesso incredibile destino. Oggi però la svolta della loro vita. Una di loro, Amanda, rapita il giorno prima di compiere 17 anni, oggi è finalmente riuscita a scappare assieme, grazie all’aiuto di un vicino. Charles Ramsey, questo il suo nome, richiamato dalle grida della casa, pare che si sia avvicinato alla porta di casa, pensando a un caso di violenza domestica. Quindi, dopo aver liberato Amanda, le ha passato il suo cellulare con cui ha subito avvisato la polizia con una telefonata incredibilmente drammatica, la cui registrazione in queste ore viene trasmessa in continuazione dalle reti tv: “Aiutatemi. Sono Amanda Berry, sono stata rapita dieci anni fa, e ora sono libera”.

Quindi ha chiesto agli agenti di far presto, pur di liberare le sue due compagne di prigionia mentre il loro aguzzino era fuori di casa. Tutti gli abitanti della zona, si sono quindi riversati per strada per accogliere l’incredibile ritrovamento. Le donne sono quindi state ricoverate all’ospedale ma gli inquirenti hanno fatto sapere che si trovano in ottimo stato.
Come è capitato in altri casi di questo tipo, tutti in zona si chiedono come sia stato possibile che un uomo solo possa aver richiuso e tenuto nascosti tra esseri umani, tre ragazze poco più che adolescenti, oggi donne, contro la loro volontà per oltre 10 anni. E che tutto potesse accadere senza che nessuno si accorgesse di loro. Castro, da tempo separato dalla moglie, entrava sempre dal retro, teneva le tende abbassate, la casa al buio e dunque non era possibile sbirciare all’interno.

Di Michelle si erano perse le tracce nel 2002 nei pressi della sua abitazione. Amanda, invece, l’avevano vista all’uscita del fast food dove lavorava, era il 21 aprile del 2003, alla vigilia del suo diciassettesimo compleanno. Quanto a Gina era scomparsa mentre tornava a casa da scuola: era il 2 aprile 2004, all’epoca aveva 14 anni. La mamma di Amanda, ammalatasi gravemente dopo la sua scomparsa, ha combattuto fino alla fine per ottenere la verità sulla figlia, ma nel 2006 le sue condizioni sono peggiorate ed è morta.

Sul caso rimangono ancora molti interrogativi cui dare risposta: dove erano nascoste la ragazze quando Castro usciva per andare al lavoro? Perchè non hanno tentato di scappare prima? Amanda come è riuscita a fuggire? Aspetti che la polizia dovrà chiarire, insieme al ruolo dei due fratelli di Castro.

“E’ una cosa straordinaria che le abbiamo ancora con noi, e’ una benedizione per la comunita’ e la polizia e per le famiglie che siano ancora vive, non posso dire quanto sia felice”, ha detto in una commossa dichiarazione il capo della polizia della citta’ dell’Ohio, Ed Tomba. Le tre donne e la bambina sono state ricoverate in ospedale dove sono state trovate in buone condizioni. “Continuavano a piangere e gridare, chiamate la polizia, aiutateci, per favore”, hanno raccontato alla polizia i vicini che hanno aiutato la Berry.

La madre di una delle scomparse, Gina DeJesus, non aveva mai perso la speranza di ritrovare la figlia viva: “ha sempre detto che lo sentiva che Gina fosse viva, e’ una cosa che una mamma sente”. La polizia non ha diffuso l’identita’ del proprietario della casa prigione, ma secondo un consigliere comunale locale citato dalla Cnn, si tratta di un uomo che fino a qualche tempo fa lavorava per il Cleveland Metropolitan School District come autista. Non e’ stato precisato se l’uomo sia stato licenziato o abbia lasciato volontariamente il lavoro.

“Vedevo questo tipo ogni giorno, abbiamo fatto i barbecue insieme, mai visto niente di sospetto, mai visto le ragazze, solo lui”, ha detto il vicino. Il sindaco di Cleveland, Frank Jackson, ha detto che vi sono “molte domande a cui dare risposte riguardo a questo caso, ma sono felice del fatto che queste tre giovani donne siano state ritrovate vive”.