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Processo Mediaset, il ricatto del Pdl: stop al Parlamento per 3 giorni ma la Lega si defila

Processo Mediaset, il ricatto del Pdl: stop al Parlamento per 3 giorni ma la Lega si defila

Governo sull’orlo della crisi all’indomani della decisione della Cassazionedi calendarizzare per il 30 luglio l’udienza del processo Mediaset. Il Pdl questa mattina, per bocca del presidente dei deputati Renato Brunetta, ha chiesto di sospendere le attività parlamentari per tre giorni. Mentre più tardi il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, uscendo dalla conferenza dei capigruppo in corso a Palazzo Madama ha puntualizzato: “Abbiamo chiesto la sospensione dei lavori del Senato ma solo per oggi”.

Sospensione confermata dal presidente del Senato, Pietro Grasso: “La conferenza dei capigruppo ha deciso a maggioranza che l’aula e le commissioni oggi pomeriggio non tengano seduta”. E “l’esame dei ddl sulle riforme costitituzionali riprenderanno domani mattina per concludersi entro domani sera, senza un orario di chiusura. Di conseguenza il previsto question time non avrà luogo”. E’ saltata anche la cabina di regia di governo e maggioranza prevista per oggi, afferma Brunetta che, tuttavia, allontana l’ipotesi Aventino. “Abbiamo massimo rispetto per il Parlamento, ma chiediamo che il Parlamento e le altre forze politiche rispettino il nostro dibattito”. Brunetta spiega poi che il Pdl sarà in aula oggi pomeriggio per il question time con il premier Enrico Letta: “Siamo disponibili a fare il question time, per riguardo a Letta, se il presidente del Consiglio ritiene”.

Contrario alla sospensione dei lavori il Pd. Il presidente dei deputati del Pd, Roberto Speranza, ha convocato una riunione dell’ufficio di presidenza del gruppo per ribadire il suo ‘no’ a qualunque sospensione. E il presidente dei senatori dem, Lugi Zanda, specifica che “sul calendario dei lavori deciderà la capigruppo ma il Parlamento non può sospendere i suoi lavori”. Anche la Lega si è dissociata dalla decisione del Pdl: “Non è possibile che il Parlamento chiuda per problemi interni a un partito avendo tante cose da fare per opporsi alla crisi. Ho sentito esponenti del Pdl dire che se il Parlamento non chiude c’è la crisi di governo, ma noi siamo contrari perché anteponiamo le istituzioni ai partiti” ha detto il segretario federale Roberto Maroni.

Per quanto riguarda le ragioni della fissazione dell’udienza al 30 luglio del processo Mediaset sui diritti tv, la Cassazione rende noto che ”è imposto inderogabilmente alla Corte di Cassazione di determinare l’udienza di trattazione di ogni ricorso prima della maturazione del termine di prescrizione di alcuno dei reati oggetto del procedimento, a pena di responsabilità anche di natura disciplinare” e la Cassazione ”ha sempre adempiuto a tale dovere”. La Cassazione sostiene quindi la ”assoluta normalità della doverosa prassi sin qui sempre seguita”. La precisazione della Cassazione giunge dopo ”le reazioni dei difensori di Silvio Berlusconi e di alcuni esponenti politici”. L’ufficio addetto all’esame preliminare dei ricorsi ”ha rilevato che la maturazione della prescrizione di uno dei reati sarebbe potuta cadere il 1 agosto 2013, compreso nel periodo feriale, e il presidente della sezione feriale ha conseguentemente fissato la trattazione del ricorso per una udienza antecedente a tale data, previa richiesta di abbreviazione dei termini, proposta, nel rispetto della normativa processuale, dalla Procura generale”.