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Strage Nairobi, 39 vittime. Clienti giustiziati a freddo. Ci sono ancora decine di ostaggi

Strage Nairobi, 39 vittime. Clienti giustiziati a freddo. Ci sono ancora decine di ostaggi

 

Assalto da parte di un gruppo armato nell’esclusivo centro commerciale Westgate di Nairobi, in Kenya. Il commando, che sarebbe composto da una decina di uomini, ha seminato il panico aprendo il fuoco tra i negozi: almeno 39 i morti e 50 i feriti, secondo quanto riferito da Abbas Gullet, responsabile della Croce Rossa locale. Meno grave il bilancio fornito dal ministero dell’Interno keniano che parla di 11 morti e 25 feriti e ha assicurato che ora la situazione è sotto controllo dopo che anche i militari kenioti erano entrati in azione. Il ministro per la Sicurezza Interna, Mutea Iringo, ha ricordando come “i terroristi e le minacce terroristiche siano una realtà in Kenya ormai da un certo tempo”. Con questo, ha poi aggiunto, “non sto dicendo con certezza che si sia trattato di un attacco terroristico, ma che potrebbe esserlo”. La polizia sta lavorando per ricostruire la dinamica dell’attacco utilizzando i filmati delle telecamere di sicurezza del centro commerciale, ha poi aggiunto. Alcuni testimoni hanno rivelato che gli assalitori avrebbero usato anche delle granate. Si sono barricati nell’edificio prendendo degli ostaggi. Alcuni dei clienti sono riusciti subito a mettersi in salvo, tra loro anche gli italiani presenti nel centro commerciale.

“Sono salvi tutti gli italiani che a noi risultavano presenti”, hanno confermato all’Adnkronos fonti della Farnesina. Le stese fonti, in precedenza, avevano detto che sei italiani, che si trovavano al piano terra dello shopping center, erano riusciti a uscire dal mall mentre due risultavano ancora all’interno dell’edificio. Tra le vittime dell’attacco c’è un cittadino somalo, coniugato con un’italiana, che aveva un permesso di soggiorno a Torino.

Tra gli italiani che sono riusciti a scappare dal centro commerciale anche una missionaria laica. Si trovava all’interno del Westgate con una rappresentante dell’ambasciata, riporta il sito del quotidiano “Il Crotonese”, che ha contattato la sorella della donna, Rita Caparra, 57 anni, che lavora come fisioterapista presso l’Istituto Laica Missionari della Consolata. La donna, originaria della provincia di Crotone, aveva dato l’allarme alla famiglia postando sul suo profilo facebook alcune immagini dell’assalto.

Le dichiarazioni finora contraddittorie delle autorità kenyane indicano che forse è ancora presto per determinare l’esatta natura dell’attacco armato. In un primo momento, la polizia ha parlato di un tentativo di rapina, per poi correggere il tiro e definire l”assalto un “attacco terroristico”. Alcune testimonianze raccolte da chi è scampato all’attacco riuscendo a fuggire dal centro commerciale descrivono gli assalitori come somali, che avrebbero invitato i musulmani a lasciare l’edificio, accanendosi poi sui non musulmani. Alcuni testimoni hanno addirittura parlato di esecuzioni a sangue freddo avvenute all’interno del Westgate.

Inevitabile non pensare agli islamisti somali di Al Shabaab, che già in passato hanno colpito in altri Paesi africani per vendicare la presenza di truppe militari in Somalia. Le forze kenyane sono presenti in Somalia, a sostegno del governo nella guerra contro Al Shabaab, dall’ottobre del 2011. Alcune notizie diffuse da alcuni giornalisti locali dopo l’attacco al Westgate e non verificabili parlano di un presunto allarme terrorismo lanciato dall’intelligence Usa alle autorità kenyane la scorsa settimana.

Nel luglio 2010, i miliziani islamisti somali legati ad Al Qaeda compirono una sanguinosa vendetta in Uganda, proprio come ritorsione per la presenza di truppe ugandesi in Somalia. Gli Shabaab uccisero a Kampala più di 70 persone che si trovavano in un ristorante della capitale ugandese per assistere a una partita dei Mondiali di calcio. A rendere il Kenya un possibile obiettivo privilegiato del terrorismo islamista c’è anche la presenza a Nairobi di molti uffici Onu e di organizzazioni internazionali che operano in Africa Orientale.