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La rabbia di Napolitano: “Un fatto inquietante” e Letta da New York: “Ora verifica di governo”

La rabbia di Napolitano: “Un fatto inquietante” e Letta da New York: “Ora verifica di governo”

“Ieri si è verificato un fatto politico improvviso e istituzionalmente inquietante cui oggi devo dedicare la mia attenzione”. All’indomani della minaccia di dimissioni di massa dei parlamentari Pdl in caso di decadenza di Silvio Berlusconi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha disertato in mattinata un convegno a Palazzo Giustiniani motivando senza giri di parole la sua assenza in una lettera inviata alla Fondazione De Gasperi e letta da Maria Romana De Gasperi. Mentre Enrico Letta, da New York, fa sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l’esecutivo che al suo rientro a Roma è intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo, entro il 4 ottobre. Prima di quel giorno, il presidente del Consiglio vorrebbe un voto del Parlamento- è questo il ragionamento che si sta facendo in queste ore- su una risoluzione, un testo che contenga una sorta di programma di rilancio dell’esecutivo, allo scopo di “parlamentizzare” la crisi.

Le parole del capo dello Stato hanno provocato immediatamente un fuoco di fila da parte del Pdl. Primo a partire all’attacco il coordinatore Pdl Sandro Bondi per il quale le dichiarazioni di Napolitano ”suonano inevitabilmente come giudizi di carattere politico”. ”Prima di prendere carta e penna” il presidente della Repubblica, aggiunge Bondi, avrebbe dovuto a mio parere ascoltare personalmente i presidenti dei nostri gruppi parlamentari per avere piena contezza delle nostre decisioni” così ”avrebbe potuto comprendere e riconoscere l’alto valore istituzionale, politico e etico del nostro gesto”.

Anche Daniela Santanchè non sembra aver gradito le parole del capo dello Stato che, dice, dovrebbe ”inquietarsi, sì, ma per l’apertura da parte dell’Europa del procedimento d’infrazione sulla irresponsabilità dei giudici italiani”. A palazzo Giustiniani, dove si attendeva l’arrivo di Napolitano, gli esponenti Pdl presenti preferiscono trincerarsi dietro un ‘no comment’. Il vicepremier Angelino Alfano ha evitato ogni contatto con i giornalisti, Renato Schifani si è limitato a dire “è una giornata complicata” mentre Renato Brunetta ha replicato secco a chi gli domandava se volesse esprimere una valutazione sulle parole del Quirinale: “No, assolutamente”.

La Lega per ora attende di vedere se la minaccia sarà attuata. ”Staremo a vedere, se sarà così sosterremo questa azione”, ha affermato il segretario Roberto Maroni. ”Le dimissioni in massa del Pdl – aggiunge – significano due cose: fine del governo Letta e fine della legislatura. Se fosse così’, noi saremmo della partita ovviamente. Perché anche noi siamo assolutamente favorevoli alla caduta del governo Letta”.