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La guerra dei falchi, Berlusconi frena la ribellione: “Toti non sara’ coordinatore unico”

La guerra dei falchi, Berlusconi frena la ribellione: “Toti non sara’ coordinatore unico”

“Non c’è mai stata alcuna intenzione di procedere alla nomina di un coordinatore unico di Forza Italia, figura peraltro non prevista dallo statuto del nostro movimento”. Lo puntualizza in un comunicato il presidente di Fi Silvio Berlusconi, riferendosi alle voci ricorrenti di un’imminente designazione di Giovanni Toti come coordinatore del partito. ”C’è invece l’intento – aggiunge – di rilanciare Forza Italia, dotandoci di una nuova organizzazione e valorizzando tutta la classe dirigenteche in questi anni, e particolarmente negli ultimi mesi, ha dimostrato di saper condurre straordinarie battaglie politiche, affiancandomi nelle fasi più drammatiche della vita politico-istituzionale del Paese”.

E ancora: “Non dobbiamo avere timore di aprire le porte del nostro Movimento alle risorse nuove che si affacciano e che vogliono dare il loro contributo al nostro rilancio in un momento di grande trasformazione della politica italiana”. ”Le nostre vittorie del futuro, come quelle del passato, risiederanno proprio nella capacità di Forza Italia di rimanere un movimento aperto – conclude Berlusconi – determinato a riportare il centrodestra al governo del Paese”.Insomma, Silvio Berlusconi è alla ricerca dell’uovo di Colombo che metta fine alla guerra dei falchi contro la nomina di Toti. Atteso a Roma, il Cavaliere trova sul suo tavolo il nodo dei futuri assetti organizzativi di Fi. Un passo indietro valutato attentamente con i più stretti collaboratori per mandare un messaggio alle varie correnti interne sul piede di guerra.

Oggi è stato Raffaele Fitto ad alzare la voce dalle colonne del ‘Corriere della Sera’, esprimendo timori e perplessità circa il possibile rinnovamento dirigenziale di Forza Italia: “Rinnovare va bene – aveva detto – ma con equilibrio e con pari dignità verso una classe dirigente che va rispettata per il lavoro fatto bene e da tanto tempo. Berlusconi è il mio leader e quello di milioni di italiani perché ha un grande consenso popolare. E a lui mi sento di dire che riterrei un errore politico grave quello di mettere tra parentesi quanto è avvenuto negli ultimi mesi, di mortificare un intero gruppo dirigente, di issare alla testa del movimento un giornalista certamente perbene, certamente capace, verso il quale non nutro sentimento diverso dalla stima, ma che credo debba quantomeno dimostrare quale contributo possa dare a Fi”.