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Obama sfida il Congresso: “Aumento del salario minimo e niente più sanzioni all’Iran”

Obama sfida il Congresso: “Aumento del salario minimo e niente più sanzioni all’Iran”

 ”Il 2014 sarà un anno di svolta”. Nella notte il presidente Usa nel suo discorso sullo Stato dell’Unione parla al Congresso, promettendo le riforme. Tra gli obiettivi c’è l’aumento per decreto del salario minimo dei dipendenti federali. Chi ha un lavoro a tempo pieno “non può vivere in povertà”, ha spiegato Obama.Tanti i temi di politica estera affrontati nel discorso di Obama:

IRAN - Se il Congresso proporrà nuove sanzioni contro l’Iran “metterò il veto”. Lo ha annunciato il Presidente americano, dopo aver riconosciuto come l’attuale regime di sanzioni abbia contribuito al raggiungimento di un primo accordo con l’Iran sul programma nucleare, nell’ambito del negoziato in corso. “Questi negoziati saranno difficili, potrebbero non aver successo – ammette – ma se Kennedy e Reagan hanno potuto negoziare con l’Unione Sovietica, sicuramente un’America forte e sicura di se’ puo’ negoziare oggi con avversari meno potenti”. Nuove sanzioni proposte ora dal Congresso, mentre Teheran sta iniziando ad eliminare l’uranio arricchito, secondo Obama, metterebbero a rischio il buon esito delle trattative. “Per il bene della nostra sicurezza nazionale – ribadisce – dobbiamo dare alla diplomazia una chance di successo. Se i leader iraniani non colgono questa opportunita’ allora saro’ il primo a chiedere nuove sanzioni e saro’ pronto a ricorrere a tutte le opzioni in campo per impedire all’Iran di costruire una bomba atomica”.

SIRIA - “In Siria appoggeremo l’opposizione che rifiuta l’agenda dei gruppi terroristici”. Lo ha affermato il presidente americano Barack Obama in un passaggio del suo discorso sullo Stato dell’Unione dedicato alla politica estera statunitense. “Continueremo a lavorare con la comunita’ internazionale – ha proseguito – per inaugurare quel futuro libero dalla dittatura, dal terrore e dalla paura che i siriani meritano”.

AFGHANISTAN - Con i nostri alleati completeremo la nostra missione in Afghanistan ”entro la fine dell’anno e così la guerra più lunga della storia americana sarà finalmente finita”. Lo ha assicurato Barack Obama nel suo discorso sullo Stato dell’Unione rammentando che “oggi tutte le nostre truppe sono fuori dall’Iraq mentre oltre 60mila uomini hanno gia’ lasciato l’Afghanistan”. Se la missione Isaf è in dirittura d’arrivo, la battaglia senza quartiere degli Usa contro il terrorismo, annuncia il Presidente, continuera’: ”I pericoli restano e la minaccia si e’ evoluta. Abbiamo quasi sconfitto la leadership di Al-Qaeda, ma i suoi affigliati e altri estremisti hanno messo le radici in altre parti del mondo”.

UCRAINA - In Ucraina sosteniamo il principio che tutti hanno il diritto di esprimersi liberamente e pacificamente ed hanno voce in capitolo sul futuro del loro Paese”. “La nostra alleanza con l’Europa resta la piu’ forte che il mondo abbia mai conosciuto”, ha sottolineato in un altro passaggio del suo discorso sullo Stato dell’Unione.

GUANTANAMO - Con la fine della missione in Afghanistan è tempo che Guantanamo chiuda: “Questo deve essere l’anno in cui il Congresso rimuove le restrizioni al trasferimento dei detenuti e chiudiamo la prigione di Guantanamo”. “Non combattiamo il terrore solo con l’intelligence e le azioni militari – ha continuato il presidente Usa– ma anche restando fedeli ai principi della nostra Costituzione e diventando un esempio per il resto del mondo”.La struttura detentiva di massima sicurezza, nella base navale Usa di Guantanamo (Cuba) fu aperta nel 2002 dall’allora Presidente George W. Bush per i presunti terroristi catturati in Afghanistan. Nonostante le polemiche sulle condizioni di detenzione e i dubbi sullo status giuridico dei reclusi, si calcola che fino ad oggi vi siano stati circa 800 detenuti non classificabili ne’ come prigionieri di guerra ne’ come prigionieri ordinari. Chiudere la struttura era stata una delle promesse di Obama all’inizio del suo primo mandato presidenziale.