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Maltempo, ancora forti disagi al Nord per le abbondanti nevicate. Nel Lazio danni per oltre 100 milioni di euro

Maltempo, ancora forti disagi al Nord per le abbondanti nevicate. Nel Lazio danni per oltre 100 milioni di euro

Il maltempo non dà tregua mentre si tenta di intervenire sui danni provocati in questi giorni dalle intense precipitazioni cadute su tutta Italia. Ora l’attenzione è tutta sul rischio idraulico e idrogeologico. E intanto si contano i danni.

LAZIO - Ammontano a oltre 104 milioni di euro, almeno secondo il primo bilancio messo a punto dalla Regione Lazio. Nello specifico tra Ardis, Astral, consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano, Genio Civile e Protezione civile regionale le spese per i lavori conseguenti alla gestione delle prime emergenze (mitigazione del rischio residuo) ammontano a 75.318.400 euro, 28 milioni per le somme urgenze, 1.150.000 euro per le spese di gestione dell’emergenza e 260mila euro per danni a strutture pubbliche. A tali interventi si aggiunge, prosegue la Regione Lazio, la cifra stimata di oltre 55mila euro finalizzata all’offerta di un alloggio temporaneo per chi ha registrato la grave inagibilità della propria abitazione.

Il Centro Funzionale Regionale ”ha emesso un’estensione di avviso dicriticità idrogeologica ed idraulica regionale, valida dalle 14 di oggi (lunedì 3 febbraio, ndr) e per le successive 24-36 ore, valutando i seguenti livelli di criticità sulle zone di allerta della regione Lazio: codice arancione per rischio idrogeologico localizzato su bacino medio Tevere, bacino zona di Roma, bacino dell’Aniene, bacino del Liri; codice giallo per rischio idrogeologico localizzato su bacini costieri nord, Appennino di Rieti; bacini costieri sud”. Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

La situazione a Roma sta lentamente migliorando grazie alla tregua concessa dalla pioggia. Il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha concluso un ”punto situazione” analizzando le criticità ancora in corso a causa degli allagamenti. Si è stabilito di mantenere in atto i dispositivi operanti sul territorio. Un costante monitoraggio consentirà di seguire la situazione fino a tutto mercoledì prossimo.

Resta critica la situazione a Fiumicino dove ha piovuto tutta la notte tra domenica e lunedì. Le scuole, come disposto domenica dal sindaco Esterino Montino, sono rimaste chiuse. Particolarmente critica la situazione a Isola Sacra, dove stanno operando gli uomini dell’Esercito. “L’acqua nel punto critico è leggermente aumentata, nonostante l’intervento delle pompe non riusciamo a far scendere l’acqua – dice all’Adnkronos Montino – Il vero problema è fare abbassare i canali”. “C’è una situazione di gravissima difficoltà per centinaia di famiglie – aggiunge il sindaco - Sono oltre 120 le famiglie evacuate che hanno passato la notte negli alberghi”, prosegue Montino che rivolge anche un appello alla popolazione “a non spostarsi” e a “restare calmi”.

“Vogliamo dare un aiuto iniziale a tutte quelle famiglie che si trovano in gravissima difficoltà e oggi pomeriggio abbiamo deciso che non si poteva piu’ attendere. Mettiamo immediatamente a disposizione 10 milioni di euro che possono essere utilizzati a partire da questa sera”, ha dichiarato il sindaco Ignazio Marino dopo quasi quattro ore di Giunta.

Ha spiegato il sindaco: “Si tratta di interventi di manutenzione stradale, interventi scolastici, interventi per acquistare suppellettili per tutte quelle famiglie che in questo momento non hanno piu’ un materasso, un letto, una cucina. Si tratta, insomma, di interventi -ha proseguito il sindaco di Roma- che a partire da questa sera possono alleviare le sofferenze di tanti romani e romane”.

VENETO - In riferimento alla situazione meteorologica attesa, il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto ha dichiarato lo stato di allarme per rischio idraulico su Po, Fissero, Tartaro, Canalbianco e Basso Adige; Basso Brenta, Bacchiglione; Livenza, Lemene e Tagliamento. Stato di preallarme su Alto Brenta-Bacchiglione; Adige, Garda e Monti Lessini; Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna. Stato di attenzione su Alto Piave. E’ inoltre stato di preallarme in tutta il territorio regionale per rischio idrogeologico.

E’ stata chiusa lunedì mattina la strada provinciale che da Arsiero porta a Tonezza nel vicentino. Le abbondanti piogge hanno infatti causato un ampio movimento franoso con caduta di terra, massi e alberi sulla carreggiata. Si è rinnovato anche nella notte tra domenica e lunedì il fenomeno dell’acqua alta a Venezia. A Cortina arrivano i rinforzi per spalare tetti e strade. Il vicesindaco Enrico Pompanin spiega che “Vigili del fuoco, Soccorso alpino, Guardia di Finanza e Protezione civile sono all’opera per liberare i tetti degli edifici pubblici. In arrivo anche trenta alpini del settimo reggimento che aiuteranno a spalare la neve dalle zone pedonali”. Intanto, scuole e stadio del ghiaccio rimangono chiusi.

FRIULI VENEZIA GIULIA - Si segnalano in particolare interventi dei volontari per allagamenti e svuotamenti di scantinati in una quarantina di comuni nelle province di Pordenone, Udine e Gorizia. In diversi comuni montani, ci sono ancora scuole chiuse. Sono rimasti sotto i livelli di guardia Isonzo e Tagliamento. Attese piogge e nevicate in attenuazione a partire dalle zone orientali. Una signora è stata soccorsa a Ronchi dei Legionari (Udine) dai carabinieri, dopo essere rimasta bloccata nella propria automobile in un sottopassaggio allagato per la pioggia in via Micca.

EMILIA ROMAGNA - Rientra lo stato di allarme per il Reno, ma resta vigente quello di preallarme piena per i comuni di Molinella (Bologna), Argenta (Ferrara), Alfonsine, Conselice (Ravenna) e Ravenna. Così come è ancora attiva l’allerta per piena dei fiumi Secchia e Panaro, emesse lo scorso 19 gennaio. E’ stata dichiarata, invece, la cessazione della fase di rischio più elevata per Santerno, Senio, Samoggia e Setta. Tuttavia ciò che impegna adesso tecnici e amministrazioni sono le frane. Da domenica e fino a venerdì 7 febbraio l’Agenzia regionale di Protezione civile ha attivato, infatti, lo stato di attenzione per criticità idrogeologica nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Appennino forlivese.

CALABRIA - La situazione pare volgere verso un miglioramento. L’area più colpita dall’ondata di maltempo è la fascia jonica. A Monasterace, nel reggino, il mare grosso ha danneggiato il muro di recinzione del tempio dorico, nel sito archeologico dell’antica Kaulon. Nel crotonese 22 famiglie sono state evacuate, a Cerenzia. A Catanzaro, dove le forti mareggiate hanno invaso il lungomare, una maxi squadra di 50 operai è intervenuta per ripulire la zona Lido. Anche la rottura all’acquedotto eèstata riparata nella notte. Le scuole sono aperte.Venti famiglie sono state evacuate a Cerenzia, nel crotonese, con ordinanza comunale, in seguito a smottamenti dovuti al maltempo.

Rimane ancora interrotta la circolazione ferroviaria tra Roccella Jonica e Gioiosa Jonica. Le Ferrovie dello Stato hanno organizzato servizi sostitutivi.

SICILIA - Resta critica la situazione nel palermitano. A Cefalù a causa di una frana alcune famiglie sono rimaste isolate per diverse ore, poco fuori la cittadina, mentre uno smottamento ha interessato la strada provinciale 52 per il santuario di Gibilmanna. Sempre nel palermitano è esondato il torrente Ciachea, nella zona tra Torretta e Capaci. L’acqua ha invaso magazzini e strade, creando notevoli disagi. A Palermo, invece, paura per un grosso masso staccatosi da Monte Grifone, nella zona di Delmonte Chiavelli, e finito contro una casa rurale. La roccia per un peso di oltre una tonnellata ha sfondato una parete, ma fortunatamente non ha causato feriti. Alcune famiglie sono state evacuate in via precauzionale.

I GEOLOGI - “Che ci sia un sistema che va in tilt a ogni pioggia è evidente, al di là delle idrovore o dell’imperizia dei singoli. Il territorio è profondamente malato. Non ci sono state bombe d’acqua, sta solo piovendo tanto, ma è normale. Quello che non è normale, invece, è che un Paese vada sott’acqua solo perché piove”, sottolinea all’Adnkronos Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, mettendo sotto accusa “un sistema Paese che non ha mai preso in considerazione il tema del territorio, se non per un modello sbagliato, quello dell’edilizia di costruzione e non di ristrutturazione”.