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Arriva l’incarico a Renzi. Berlusconi a Napolitano: “Garantiamo accordi e riforme”

Arriva l’incarico a Renzi. Berlusconi a Napolitano: “Garantiamo accordi e riforme”

Si sono concluse le consultazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla crisi di governo. Il capo dello Stato ha avuto anche un colloquio telefonico con l’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi.

“E’ stata una giornata per me interessante, ricca di stimoli e indirizzo ed è mio compito trasmetterli a chi avrà l’incarico di formare il nuovo governo” ha detto Napolitano nel corso di una breve dichiarazione ai giornalisti riuniti al Quirinale. “Sottolineo che le consultazioni, pur svolte con ritmo intenso, non hanno avuto nulla di rituale o formale: tutte le delegazioni – ha reso noto il presidente della Repubblica – si sono impegnate entrando nel merito di valutazioni sulla natura della crisi” e sulla sua possibile soluzione “indicando temi e priorità che si augurano siano al centro dell’attività di chi avrà l’incarico”.
“Ho ritenuto – ha concluso – di dover dare la massima rapidità alle consultazioni proprio perché ci sia spazio e serenità per il lavoro successivo di chi avrà l’incarico di formare il nuovo governo: avrà bisogno di tutto il tempo necessario per consultazioni, approfondimenti e intese”.
A partire dalla mattinata sono stati ricevuti Südtiroler Volkspartei e gli esponenti della minoranza linguistica della Valle d’Aosta. A seguire il Centro democratico, il Maie e il Psi. Un gesto di protesta “per il terzo governo consecutivo che passa sopra la testa degli italiani”, la consegna simbolica a Napolitano della tessera elettorale, e un no al governo Renzi è arrivato dalla delegazione di Fratelli d’Italia, composta da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto. Al Colle sono saliti anche gli esponenti del gruppo parlamentare Grandi autonomie e libertà di Palazzo Madama e del gruppo ‘Per le Autonomie’ (Svp, Uv, Patt, Upt).
Poi nel pomeriggio è stata la volta del Nuovo Centrodestra. Al capo dello Stato ”abbiamo ribadito che il trauma per la scelta del Pd è stato significativo” e che il ”Nuovo Centrodestra è pronto ad affrontare la nuova fase” ha detto Angelino Alfano al termine delle consultazioni. ”E’ chiaro che ci aspettiamo una assunzione di responsabilità da parte del Pd” che deve dare ”un’indicazione chiara”, ha spiegato Alfano.
Il leader dell’Ncd ha quindi ribadito alcune condizioni per la nascita del nuovo governo. La prima è che la coalizione non si sposti a sinistra. “Noi abbiamo aderito a una anomala coalizione, collaborando con il principale partito della sinistra italiana, noi che siamo un partito di centrodestra con un programma di centrodestra. Non possiamo immaginare – ha messo in chiaro – di cambiare la natura di questa anomala coalizione spostandola a sinistra. Per questo per noi un elemento indispensabile sarà la composizione della coalizione. Se ci sarà l’ingresso di altre forze di sinistra, noi diremo no alla nascita del governo”.
“Noi siamo pronti a un grande sforzo riformatore”, ma per farlo “occorre mettere nero su bianco i punti programmatici” del nuovo governo e per questo, “se si decide di fare cose grandi, non sono sufficienti 48 ore – ha scandito Alfano – Abbiamo detto al presidente Napolitano che siamo animati da buona volontà” ma “vogliamo vederci chiaro”, “non siamo certi del lieto fine”. Poi, con gli amministratori locali di Ncd riuniti al Park Hotel Marriot, ha alzato il tiro: “Noi non accetteremo mai al ministero della Giustizia un giustizialista. Noi alla Giustizia vogliamo un garantista”.
I Popolari per l’Italia e l’Udc si “riservano” di “esprimere un giudizio” sul nuovo governo. Lo ha detto Lorenzo Dellai al termine delle consultazioni. Un giudizio legato a “natura del governo, perimetro della maggioranza e programma. Attendiamo” quindi “di apprendere dal presidente incaricato il profilo politico e programmatico” del nuovo governo.
A nome di Scelta Civica, al termine delle consultazioni al Quirinale, Stefania Giannini ha chiesto “un piano choc” su lavoro, crescita e misure economiche. Un piano che sia discusso e condiviso dalla maggioranza. “Per noi una condizione precisa è un patto di coalizione con cui si condividano temi, misure e tempi” ha rimarcato Giannini.
Mentre Nichi Vendola ha ribadito che “l’ipotesi di un sostegno di Sinistra Ecologia e Libertà” al governo Renzi è “pura fantapolitica, mai esistita. Siamo di fronte a un evo nuovo inaugurato da Pd e dalla scelta di Renzi di dare lo sfratto all’inquilino di Palazzo Chigi. Noi abbiamo rappresentato al presidente Napolitano il nostro giudizio negativo sul modo oltre che sulla forma”.
Al Quirinale è salito poi Silvio Berlusconi. “Noi siamo all’opposizione, ma la nostra opposizione sarà responsabile come lo è sempre stata in questi vent’anni quando siamo stati all’opposizione” ha detto il Cavaliere, esprimendo “preoccupazione e stupore per questa crisi che si è aperta fuori dal Parlamento e nell’ambito di un solo partito” che ha dato vita “alla proposta di un nuovo governo senza che si sia sentita una sola parola sul programma di questo stesso governo”.
Forza Italia, ha affermato Berlusconi, si impegna a “mantenere gli accordi intervenuti sulla legge elettorale e le riforme. La legge elettorale è già incardinata alla Camera e su Titolo V e Senato” è avviato un confronto “che induce all’ottimismo”. “Sul governo interverremo affinché si avvii sulla strada della riduzione dei mali che incombono sui nostri concittadini”, ha aggiunto il leader di FI, ovvero “oppressione burocratica, fiscale e giudiziaria”. Per quanto riguarda “l’Europa inviteremo il governo ad assumere una posizione ferma affinché si possa arrivare presto in Ue a un cambiamento della politica di austerità e si imbocchi la strada della ripresa e dello sviluppo”.
Infine è stata ricevuta la delegazione del Partito democratico. ”Il Pd pensa che per superare questa difficile situazione sia necessario che il partito di maggioranza relativa metta a disposizione tutta la forza politica di cui dispone a cominciare dalla persona del suo segretario, Matteo Renzi, che abbiamo indicato al presidente della Repubblica” ha affermato Luigi Zanda al termine delle consultazioni.
Da parte del Pd, ha spiegato, c’è la volontà “di un impegno forte per un governo che completi la legislatura, che vada verso il 2018. Un governo che affronti i nodi principali sul tappeto a partire dalle riforme istituzionali e la legge elettorale oltre alla misure economiche per superare la crisi” con una particolare attenzione alla disoccupazione. I gruppi di Camera e Senato del Pd hanno dato “totale disponibilità ad accompagnare il lavorio di redazione del programma di governo” da parte del presidente incaricato.